DIARIO MONDIALE/ Qatar 2022: gli ottavi hanno cancellato le sorprese della fase a gironi. Avanzano tutte le big tranne la Spagna eliminata dal Marocco. La squadra nordafricana è una splendida realtà e può scrivere un altro pezzo di storia

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Gli ottavi di finale in svolgimento in Qatar ci hanno portato nella nuova fase della competizione e, quasi magicamente, alcuni valori che sembravano offuscati nella fase a gironi, riprendono il loro standard normale. È qui che risiede la differenza tra le due fasi del torneo: mentre nella prima è ancora possibile rimediare a qualche passo falso (Argentina), fare calcoli (Spagna) o rotazioni dell’organico estreme (Brasile, Francia, Portogallo), nella seconda non si possono commettere distrazioni e occorre puntare decisamente alla vittoria per andare avanti. Gli accoppiamenti di questi ottavi erano abbastanza sbilanciati per valori, i pronostici abbastanza scontati, il pathos nell’attesa segreta, come nelle corride, di vedere il torero incornato, una volta tanto, dal toro.

È forse in questo che è incappata la Spagna di Luis Enrique nell’unica, vera, sorpresa di questo turno, incapace di irretire con il suo gioco ipnotico un Marocco apparso feroce per concentrazione, fino ad arrivare ai tiri di rigore, con i suoi rigoristi qui sì ipnotizzati dalle parate del marocchino Yassine Bounou, che guarda caso gioca in Spagna e probabilmente conosceva i suoi avversari. Sarà una sorpresa come nome, la nazionale africana, ma già abbiamo scritto che con i valori tecnici che può mettere in campo non si può considerare tale, e magari potremo avere la prima nazionale del Continente Nero tra le prime quattro del mondo.

I pronostici delle altre gare, alla fine, sono stati quasi tutti rispettati, anche se nel gioco lo sviluppo è stato abbastanza interlocutorio, nessuna nazionale ha “schiacciato” la propria avversaria, nonostante una poi marcata differenza tecnica sul campo. Diciamo che hanno vinto le squadre con i giocatori, quindi i valori, migliori, non giocando al meglio. Olanda, Francia, Inghilterra hanno avuto pochi problemi da Stati Uniti, Polonia, Senegal; ancora involuta l’Argentina, che comunque ha superato l’Australia; solo ai rigori la Croazia vicecampione del mondo in carica contro il Giappone, il cui superamento degli ottavi continua a restare un tabù.

Possiamo quasi usare una metafora da un altro sport, il ciclismo: il gruppo delle favorite resta ancora compatto, nessuno si è mostrato al massimo delle sue forze, ognuno pare aspettare la mossa dell’altro per piazzare lo sprint vincente, cercando di conservare qualche sempre preziosa energia, in attesa di rompere gli indugi negli inevitabili, e definitivi, incroci diretti. Ci sono due eccezioni a tutto questo: una non può essere che il Brasile, vero è che i verde oro affrontavano l’avversario forse più abbordabile, la Corea del Sud, ma oltre a chiudere subito la pratica, si sono ricordati che una sorta di loro dovere morale è anche quello di divertire, futebol bailado o joga bonito che sia, e lo hanno ribadito con giocate spettacolari, soprattutto nel primo tempo, che poi questo sia coinciso con il ritorno dall’infortunio di Neymar può essere casuale, ma resta comunque un dato.

L’altra è il Portogallo: dato tra i favoriti, non convincente nei gironi, contro la Svizzera, deludente, esplode in tutto il suo valore e talento, anche qui sarà un caso che è avvenuto nel momento in cui Cristiano Ronaldo è andato in panchina, ma anche questo è un dato. Si arriva, ora, alla fase decisiva, i verdetti peseranno come macigni, con incroci di grande fascino e storia, remake di finali passate (Olanda-Argentina) o rivalità storiche mai sopite (Inghilterra-Francia), il calcio allegro contro quello più duro europeo (Croazia-Brasile), e il nuovo che avanza (Portogallo-Marocco), il tutto con una certezza: ora non si potrà più attendere, saranno al massimo il gioco e il divertimento.

*Storico dello sport

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