DANZA: QUARTET GALA. La sostenibile leggerezza dell’età

QUARTET GALAdi FEDERICO BETTA/ 

Quartet Gala è stata un’occasione unica per ammirare quattro leggende della danza contemporanea, tutte over 60. Mats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke e Dominique Merc hanno regalato al pubblico del Teatro Argentina di Roma quattro istantanee sulla vita, sul passare del tempo e sulla memoria. Quattro pezzi che rimarranno nel cuore di tutti gli spettatori.

In soli e a duetti dai movimenti fluidi come acqua, i loro corpi hanno dimostrato come la tecnica può diventare invisibile e far emergere con leggerezza le emozioni degli anni vissuti. Corpi che regalano commozione perché liberi da qualsiasi ansia, da qualunque rigidità, corpi veri che vivono e fanno vivere la naturale perfezione del gesto.

A dare il via alla serata è Dominique Mercy, membro storico del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, con That Paper Boy, un acclamato assolo firmato dal coreografo Pascal Merighi. Mercy esce dalle quinte con dei fogli in mano che diverranno la costante della performance, una guida a cui affidarsi e in cui perdersi accavallando parole e gesti. Mercy recita in italiano, ci immerge nei dubbi e nelle domande sull’importanza della scelta, danza con le parole e con la leggerezza per raccontare il coraggio necessario per arrivare da qualche parte.

Segue la coppia formata dallo svedese Mats Ek e dalla spagnola Ana Laguna, nel primo dei due quadri dal titolo Potato. Qui protagonista diventa l’ironia di due persone che raccontano la propria relazione davanti a un sacchetto di patate. I due interpreti, forti del legame che li unisce sul palco e nella vita, regalano al pubblico tutto il divertimento e l’affiatamento di chi gioca a recitare il proprio rapporto, mettendo in scena complicità e quotidianità.

Il tema della relazione viene ripreso anche nello spettacolo Memory, dove il pubblico viene invitato a spiare i due danzatori in una atmosfera domestica, tratteggiata da alcuni elementi simbolici come un letto, una lampada, una televisione e una sedia girevole. Ed è proprio in questo pezzo che la coppia regala momenti unici, sintesi perfetta di tutta una vita passata insieme, attimi punteggiati dall’ironia e dal gusto comico di Ek, coreografo in grado di compiere continui spostamenti di registro. In Memory si vive il film di tutta una vita, di una coppia che passa dal continuo inseguirsi al continuo lasciarsi, per poi trovarsi alla fine a camminare uno accanto all’altro.

Il secondo atto viene aperto dall’eleganza e dal fascino di  Susanne Linke, una delle maggiori caposcuola della danza libera tedesca, nell’interpretazione di A Lost Solo…. With Greeting to Dore. Quando la Linke entra in scena il tempo si contrae e si viene rapiti dal movimento coreografico che ce la presenta come una guerriera. La figura misteriosa, che taglia l’aria con la perfezione e il vigore di una sacerdotessa, lotta contro il mondo esterno e contro se stessa, in una sintesi perfetta delle forze con le quali ci confrontiamo ogni giorno.

Il pubblico applaude e sembra non volersi fermare più. La platea è unanime nel voler trattenere quelle splendide creature su quel palco che ce li ha mostrati come esseri così umani e così divini. In un’epoca in cui sembra necessario dover essere giovani a tutti i costi, il pubblico ha amato Quartet Gala, che è stata testimonianza preziosa della bellezza e perfezione del passare del tempo.

Alla Danieli Cipriani Entertainement va il merito di aver organizzato un evento così straordinario. Certo, però, avremmo apprezzato un biglietto più accessibile: il teatro si sarebbe riempito e più persone avrebbero avuto la possibilità di assistere ad esempi di grazia e bellezza senza età.

 

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