Dai cieli tempestosi in Medio Oriente alle difficoltà dei partiti italiani in vista delle scelte per i futuri sindaci nelle grandi città

di NUCCIO FAVA* – Cieli tempestosi in Medio Oriente con di nuovo guerra aperta tra Gerusalemme e Gaza. Con vittime inesorabili da una parte e dall’altra più numerose inevitabilmente a Gaza colpita anche dalle incursioni degli aerei militari israeliani che raggiungono anche abitazioni di civili. Si tratta di un ennesimo doloroso capitolo del conflitto israelo-palestinese che periodicamente riesplode pur nella consapevolezza che la logica della guerra non può essere mai una risposta risolutiva ma che al tempo stesso la via della pace non si riesce a costruire e si finisce per rinnovarsi degli inviti, pur meritori, che da più parti vengono rivolti alla moderazione e alla ripresa della trattativa. Un po’ oltre quell’area così tormentata, l’Italia tenta di convincere l’Europa a scelte solidali e di prospettiva globale per il dramma dei migranti, i cui sbarchi e le tragedie nel Mediterraneo crescono continuamente di giorno in giorno.                                                                                          

Unica nota di grande interesse, in un contesto complessivamente assai delicato, la nomina di Elisabetta Bellani a capo del dipartimento delle informazioni della sicurezza , prima donna a capo dei servizi di sicurezza. Una nomina di grande significato dopo un ricco percorso di grandi responsabilità, sino al compito di coordinamento delle 300 sedi all’estero della Farnesina. Il presidente Draghi si è mosso senza clamore e con rapidità risolvendo con efficacia un nodo non secondario per il migliore funzionamento . 

I partiti nel frattempo restano impastoiati nei problemi delle candidature per i sindaci di alcune importanti città: da Roma a Torino, da Milano a Napoli. Con le grane non solo di Roma. Ma con la conseguenza della messa in crisi della strategia di accordo Pd-5stelle , progetto forse troppo frettoloso, specie tenendo conto del marasma dei grillini, che ha finora frenato l’operazione Conte. 

In termini diversi ovviamente, ciò vale anche per il centrodestra. Ancora in alto mare il tentativo di candidature condivise che non solo non mettono d’accordo i fondamentali contraenti, ma non raggiungono ancora adesioni convinte e condivise da parte dei teorici possibili candidati. Resta sullo sfondo l’àncora di salvezza, non scontata tuttavia, del ricorso alle primarie per la scelta dei candidati, come ultima possibile soluzione e via d’uscita. Senza forse però nessuna certezza circa l’efficacia e democraticità reale dello strumento. Anche perché alla fine decideranno gli elettori con la loro scheda nell’urna.

*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei,  è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune elettorali Rai      

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