Cinquanta costituzionalisti bocciano la riforma istituzionale

viva-la-costituzioneLa riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum in autunno, partita da “condivisibili intenti di miglioramento delle nostre istituzioni”, si è tradotta in una “potenziale fonte di nuove disfunzioni del sistema istituzionale“. Lo affermano in un documento 50 costituzionalisti, tra cui Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky.  I motivi a sostengo di questa affermazione sono diversi. Tra l’altro “si è configurato un Senato estremamente indebolito”; per superare il bicameralismo perfetto si è delineata “una pluralità di procedimenti legislativi differenziati, con rischi di incertezze e conflitti”; alla Regioni, il cui assetto esce “fortemente indebolito”, si toglie “quasi ogni spazio di competenza legislativa”. La riforma, poi, ha l’obiettivo di ridurre i costi, ma questo non si ottiene tagliando il “numero di persone investite di cariche pubbliche”.

I firmatari del documento, “pur convinti della necessità di una riforma”, si dicono contrari a quella varata dal governo e approvata a maggioranza dai due rami del parlamento (ma non con i due tersi dei componenti), in cui ci sono anche “aspetti positivi”, ma “non tali da compensare gli aspetti critici”.

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