Ciclismo: straordinAru, è la Vuelta buona! Il corridore sardo festeggia il trionfo a Madrid sventolando la bandiera dei quattro mori

vueltadi Mario Medori/

Fabio Aru (Astana) ha vinto la 70° edizione della Vuelta, il Giro di Spagna. Al termine della 21° e ultima tappa, ovvero la passerella di Madrid, il 25enne sardo è stato incoronato re della grande corsa a tappe spagnola. Fabio Aru ha festeggiato sul podio della Vuelta sventolando la bandiera dei quattro mori, simbolo della Sardegna. Il ciclista italiano, con una mano sul cuore, e avvolto nella bandiera sarda, ha ascoltato e cantato qualche verso dell’inno di Mameli. Dopo Aru ha sventolato anche una bandiera tricolore. Sul secondo gradino del podio, Joaquin Purito Rodriguez, si è portato dietro anche i suoi due bambini, molto divertiti durante la cerimonia di premiazione.

Le notizie di sabato 12 settembre. Fabio Aru mette le mani sulla Vuelta di Spagna: domani a Madrid si presenterà da leader della corsa iberica per essere celebrato cinque anni dopo il compagno di squadra Vincenzo Nibali. Aru festeggia e con lui tutta la Sardegna, come da tempo non accadeva per un’impresa sportiva. Oggi il corridore dell’Astana, supportato da una squadra impeccabile e strategicamente efficace, è stato semplicemente formidabile, attaccando nella penultima tappa con arrivo a Cercedilla, non lontano dalla capitale spagnola, dove si è presentato per primo sul traguardo Ruben Plaza della Lampre-Merida, eroe di giornata con una fuga di circa 115 chilometri.

La penultima tappa. Una frazione, quella odierna, che rappresentava l’ultima occasione per Aru di riprendersi la maglia rossa: il sardo era stato costretto a cederla al catalano Rodriguez il quale, nella crono di tre giorni fa, era stato sua volta spodestato. Aru, quel giorno, aveva limitato il distacco da uno scatenato Dumoulin, piazzandosi a soli 3″ nella classifica generale e meditando l’impresa nelle restanti salite. Ieri l’olandese terribile è scattato sulla salita verso Avila facendo temere una condizione di forma talmente buona da poter resistere sui quattro Gpm di 1° Categoria programmati per oggi. Oggi, a una cinquantina di chilometri dall’arrivo, è partito l’assalto alla maglia rossa: gli uomini dell’Astana hanno cominciato ad aumentare l’intensità delle pedalate creando lo scompiglio nel gruppetto che comprendeva Dumoulin che, sulla salita della Morcuera, ha cominciato a staccarsi e non è più tornato a vedere Aru, se non da lontano.

StraordinAru. L’olandese ha cercato di rimanere in piedi e di conservare la necessaria lucidità, limitando il ritardo a una quindicina di secondi. Sulla successiva salita, però, Landa ha intensificato il ritmo del gruppetto di Aru, che comprendeva anche altri due gialloturchersi come Luis Leon Sanchez e Zeits, ed è stato a quel punto che la maglia rossa in carica è andata alla deriva, entrando in crisi e sprofodando nel baratro. Solo, senza squadra, di fronte a un colosso come l’Astana, il povero olandese ha visto aumentare il divario da Aru chilometro dopo chilometro. Alla fine ha perso anche il podio, a beneficio di Rodriguez e Majka, con quest’ultimo che, grazie a un’azione in tandem con Quintana, ha rischiato di prendersi addirittura la piazza d’onore.

La passerella finale. Domani, in piazza Cibeles, a Madrid, è difficile prevedere sorprese, dopo una tappa lunga meno di 100 chilometri e senza alcuna difficoltà altimetrica. Una passerella, insomma, al termine della quale Aru è destinato a conservare un vantaggio di 1’17” su Rodriguez e 1’29” su Majka. Dopo il doppio podio al Giro d’Italia (terzo nel 2014 e secondo quest’anno, alle spalle di Contador), Aru, a poco più di 25 anni, può entrare a pieno titolo nella leggenda del ciclismo italiano, piazzandosi accanto a Cunego e Saronni, giovani come lui vincitori di una grande Giro. Se la gode pure l’Astana che ha vinto con Nibali il Giro 2013, il Tour 2014 e adesso si trova a 99 chilometri dal trionfo nella Vuelta, divenuto una pura formalità (nella foto Gazzetta.it-Bellini: l’esultanza di Aru).

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