CIAO “PIEDONE”/ Il calcio piange la scomparsa di Pedro Manfredini. Il ritratto dell’ex bomber romanista in un ricordo personale

di FABIO CAMILLACCI/ Con la scomparsa di Pedro Manfredini, detto “Piedone”, è come se fosse morto un mio mito calcistico. Non ho avuto il piacere di vederlo giocare dal vivo, non ho avuto il piacere di viverlo, ma, è come averlo conosciuto e vissuto. “Piedone” era ricorrente nei ricordi di un suo grande innamorato: mio padre. Per me “Piedone” era di casa quando parlavo di calcio con papà Sergio. In particolare, di Manfredini amava esaltare e ricordare le seguenti doti: il grande opportunismo in area di rigore, il fiuto per il gol, le accelerazioni e la rapidità di esecuzione. Ecco, questo era Pedro Manfredini. Da oggi il grande “Piedone” apparterrà solo ai ricordi dei tifosi romanisti di ieri e di oggi. E’ morto all’età di 83 anni, come comunicato dalla stessa Roma su Twitter: “L’AS Roma piange la scomparsa di Pedro Manfredini, uno dei più grandi attaccanti della storia giallorossa. Ai familiari va l’abbraccio della società e dei tifosi romanisti”. Aggiungo il mio cordoglio personale e quello di Altroquotidiano.

Un bomber d’altri tempi ma molto moderno in alcune sue carratteristiche. Appena sbarcò a Roma fu subito soprannominato “Piedone” per una foto scattata all’aeroporto in cui sembrava avesse un piede gigante (foto a destra). Tutta colpa della prospettiva, in realtà Manfredini di scarpe portava il 42. Argentino di nascita ma romano d’adozione, fu acquistato dalla Roma nel 1959 per 78 milioni di lire. Rimase in maglia giallorossa fino al 1965, segnando ben 104 reti in 164 partite. Pedro è il quinto miglior marcatore della storia romanista, terzo per media gol più alta: 0.63 a partita. Con la Roma vinse una Coppa delle Fiere (l’ex Coppa Uefa), e una Coppa Italia. Condizionato da una serie di problemi fisici, fu acquistato dall’Inter che però lo girò prima al Brescia, poi al Venezia, dove non ebbe troppa gloria. Così tornò in Argentina per un breve periodo, prima di fare ritorno nella Capitale scegliendola a vita. Su quella scelta Manfredini amava ripetere: “Non potevo fare diversamente. Questa è casa mia”. Lo è stata per 60 anni, lo resterà in eterno. Ciao “Piedone”.

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