Avvistati una macchia di carburante e resti dell’airbus dell’Egypt air Parigi-Cairo precipitato nel Mar Egeo

Aereo EgyptairResti umani, due sedili e alcune valigie dell’aereo Egyptair scomparso nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18 sulla rotta da Parigi al Cairo sono stati ritrovati nel Mar Egeo, in acque territoriali egiziane,  dove si continuano a cercare i rottami del velivolo. Lo ha riferito il ministero della Difesa greco che cita autorità egiziane. In precedenza erano stati individuati anche altri rottami, ma la notizia era stata smentita. Successivamente uno dei satelliti dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ha avvistato una macchia di carburante nel mar Mediterraneo proprio nel punto in cui è caduto l’aereo.
Adesso Egyptair ha precisato che il ritrovamento è avvenuto “nelle prime ore” di oggi “a 295 km dalla costa di Alessandria d’Egitto”. E  la compagnia annuncia di voler “prendere tutte le misure necessarie per far fronte a questa situazione”.
Ora tre inquirenti francesi dell’Ufficio indagini e analisi dell’Aviazione civile e un esperto tecnico dell’Airbus sono arrivati al Cairo per partecipare alle inchieste sullo schianto dell’aereo egiziano nel Mediterraneo, come riferiscono fonti aeroportuali al Cairo aggiungendo che “tre altri inquirenti britannici” in rappresentanza di Airbus sono giunti nella capitale egiziana.
Secondo il ministro della Difesa greco Panos Kammenos il volo Egyptair ha effettuato una virata prima di precipitare in mare. L’esercito egiziano afferma che nessun segnale di sos è stato inviato da parte del pilota. Ieri il ministro dell’aviazione egiziano Sherif Fathi aveva affermato che la probabilità che l’aereo sia stato abbattuto a seguito di un attacco terroristico è “superiore alla possibilità che si sia verificato un guasto tecnico”. I parenti dei passeggeri hanno trascorso la notte in un albergo al Cairo in attesa di notizie.
Ricordiamo che l’aereo era partito martedì sera con 66 persone a bordo (56 passeggeri, di cui 30 egiziani e 15 francesi, 7 membri dell’equipaggio e 3 uomini della sicurezza egiziana) dall’aeroporto parigino di Roissy Charles de Gaulle ed  è sparito dai radar attorno alle 2.45 mentre stava ancora sorvolando la Grecia. In serata una serie di notizie si sono susseguite sul ritrovamento dei rottami, annunciato prima dalla Grecia, poi confermato dall’Egyptair alla Cnn e poi smentito sia dalle autorità greche che dalla stessa compagnia aerea. Incidente o terrorismo? Una fatalità o un attentato, un’esplosione a bordo o un attacco dall’esterno? Tutte le ipotesi sono al momento in piedi.  Sta di fato che finora nessuna organizzazione terroristica ha rivendicato la strage parlando di attentato.

D’altronde il velivolo, un Airbus come ne volano 6.700 in tutto il mondo, era in condizioni perfette, consegnato dalla fabbrica alla compagnia nel 2003, 48.000 ore di volo accumulate. A gennaio era stato controllato in Belgio secondo i canoni europei. Il pilota aveva un’esperienza di 6.275 ore di volo, di cui 2.101 su quel tipo di velivolo, mentre il copilota aveva un’esperienza di 2.766 ore.

Alla luce del disastro Germanwings, l’aviazione civile greca si è anche spinta ad affermare che alle 2.05, nell’ultimo contatto con i controllori durante il sorvolo dell’isola greca di Kea, il comandante era apparso “di buon umore”. Fra le poche certezze, quella arrivata dal ministro della Difesa greco Panos Kammenos: prima di precipitare, l’aereo – avvistato in fiamme dal capitano di un mercantile – ha effettuato una virata di 90 gradi a sinistra, poi di 360 gradi a destra, precipitando per 22.000 piedi. Poi è sparito dai radar.

L’ipotesi sulla quale convergono un po’ tutti è che qualsiasi cosa sia successa all’Airbus è stata improvvisa, tale da causare un’esplosione, fiamme e l’impossibilità di lanciare un Sos. In Francia, Paese che ancora oggi il capo dei servizi Patrick Calvar ha definito “il più minacciato dall’Isis”, la ferita del terrorismo è ancora aperta. I volti tesi del presidente Francois Hollande e del premier Manuel Valls sono tornati a parlare ai francesi di morti, di indagini, di impegno nel cercare la verità. Se fosse di nuovo terrorismo, ha sottolineato Hollande, “dovremo trarne tutte le conseguenze”.

Va ricordato che il Parlamento francese ha prorogato lo stato d’emergenza fino alla fine di luglio perché si avvicinano gli europei di calcio, in programma fra tre settimane. A Roissy, dove una settantina di addetti all’aeroporto che avevano accesso alle piste furono privati del badge a dicembre per sospetta “radicalizzazione”, si passano al setaccio tutti i turni di lavoro del personale della sicurezza al momento dell’imbarco del volo.

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