ATLETICA, MARCIA/ Italia campione del mondo grazie all’acuto di Alex Schwazer. L’azzurro trionfa, si getta alle spalle la squalifica per doping e vola alle Olimpiadi di Rio

schwazer-535x300di Mario Medori/

Schwazer abbraccia il suo preparatore Donati dopo la vittoria: missione compiuta. E’ la riscossa di Alex che vince il Mondiale a squadre della 50 km sul circuito di Caracalla (Roma) e stacca il biglietto per le Olimpiadi di Rio con il tempo di 3h39’00”. La squalifica per doping è alle spalle. L’Italia stravince la classifica a squadre grazie al quarto posto con il record personale di Marco De Luca in 3 ore 44 minuti e 47 secondi e il quinto, sempre con la migliore prestazione in carriera, per Teodorico Caporaso col tempo di 3 ore, 8 minuti e 29 secondi. In mezzo agli azzurri soltanto il campione olimpico in carica, l’australiano Jared Tallent, che aveva pilotato la gara nelle prime battute, e l’ucraino Glavan. Per Schwazer si tratta del secondo tempo dell’anno dietro quello del campione europeo, il francese Diniz, su un percorso però molto più complicato per il gran numero di curve. D’altronde, proprio davanti all’Arco di Costantino, Schwazer aveva confidato a un marciatore impegnato nel servizio d’ordine: “Oggi devo vincere”.

Alex: vittoria, gioia e Giochi. L’allungo di Schwazer è avvenuto poco prima di metà gara. Da quel momento l’altoatesino reduce dalla squalifica per doping è diventato anche stilisticamente più convincente. Sul traguardo ad aspettare il campione olimpico di Pechino i genitori e la nuova fidanzata Katia. Esulta anche il presidente del Coni Malagò: “Questa è una grande storia. Complimenti a tutta la squadra italiana. Ci sono le premesse per fare a Rio cose importanti. Alex Schwazer ha sbagliato, ha pagato fino all’ultimo e ora bisogna chiudere con le polemiche. Ha avuto la forza di crederci, credo che il merito sia tutto in lui e in Sandro Donati, che è stato corteggiato come non si fa neanche nei migliori film d’amore, perché era l’unico che poteva dargli la certificazione di atleta che ha sbagliato e che ora non vuole più sbagliare. Non era facile, perché hanno vissuto come due monaci per lungo tempo”. Schwazer, dal canto suo, ha chiuso la gara con un sorriso grande così: “Non è mai facile tornare alle gare dopo 4 anni, soprattutto su questa distanza. Sono tornato da una cosa brutta. Ho cercato di rimanere concentrato”.

 

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