Ancora disordini a Parigi dopo il pestaggio di Theo. Hollande dal giovane di colore in ospedale

Continua la guerriglia nella banlieue di Parigi, per la quarta notte consecutiva dopo gli incidenti e le accuse di violenza alla polizia ai danni di Theo, il giovane di Aulnay-sous-Bois, che dal suo capezzale ha lanciato un appello alla calma: “So quello che sta accadendo. Amo la mia città e quando tornerò vorrei ritrovarla come l’ho lasciata. Quindi, ragazzi, stop alla guerra. Pregate per me”.

E per la prima volta da giovedì scorso la notte è stata calma a Aulnay, ma in diverse località della Seine-Saint-Denis ci sono stati disordini, lanci di bottiglie incendiarie, cassonetti e auto dati alle fiamme. La polizia ha arrestato 17 persone. I pompieri sono intervenuti per un inizio di incendio in una scuola, l’autista di un autobus è rimasto ferito in modo leggero dal lancio di una molotov.

Ieri il presidente Francois Hollande ha fatto visita in ospedale a Theo (foto) mentre Marine Le Pen è andata in commissariato, a dare la sua solidarietà ai poliziotti.

Ancora una volta, come nel 2007, quando i moti accompagnarono l’elezione di Nicolas Sarkozy, è bastata una scintilla per far scoppiare la guerriglia, che va avanti da tre notti consecutive: auto in fiamme, bande di ragazzi che vogliono “vendicarsi” sfasciando tutto, polizia che risponde con lacrimogeni e sparando colpi di arma da fuoco in aria.

Al centro dell’attualità c’è ormai Théo, un ragazzo finito in ospedale con gravi lesioni e una prognosi di 60 giorni. Lividi e, soprattutto, gravi colpi di manganello nella zona rettale, l’accusa certo più grave e impressionante.

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