A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 126) di LUCIO DE SANCTIS

di LUCIO DE SANCTIS – 

In Europa auto in frenata– Secondo i dati diffusi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA1 ad aprile le immatricolazioni di auto ammontano a 1.230.235 unità, con una flessione del 6,8% rispetto ad aprile 2016. Nel primo quadrimestre 2017, i volumi immatricolati raggiungono 5.487.695 unità, con una variazione positiva del 4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Ad aprile il mercato europeo dell’auto sconta gli effetti di calendario determinati dalle festività pasquali, che lo scorso anno cadevano a marzo – commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA. Tutti e cinque i maggiori mercati, che hanno immatricolato il 71% dell’intera area EU28+EFTA, risultano quindi in calo nel mese – il Regno Unito a -19,8%, la Germania a -8%, la Francia a -6% e l’Italia a -4,6% – con l’eccezione della Spagna, in rialzo dell’1,1%, soprattutto grazie al buon andamento dei comparti del noleggio e delle vetture aziendali e nonostante i due giorni lavorativi in meno rispetto ad aprile 2016. Un significativo contributo al risultato complessivo viene, come già a marzo, dalla crescita dell’area dei Nuovi Paesi Membri UE: +8,2% nel mese (e +15,5% nel cumulato), area in cui Polonia e Repubblica Ceca rappresentano, da sole, il 58% delle immatricolazioni mensili. I cinque principali Paesi europei chiudono comunque positivamente il quadrimestre, nonostante la flessione di aprile.

In Italia, le immatricolazioni totalizzate ad aprile si attestano a 160.359 unità (-4,6%). Si tratta del primo segno negativo dopo trentaquattro mesi consecutivi in crescita, perlopiù dovuto agli effetti di calendario, visto che aprile 2017 ha contato due giorni lavorativi in meno rispetto ad aprile 2016, che aveva a sua volta chiuso in rialzo del 12,3%. Dal confronto sui volumi venduti nel bimestre marzo-aprile 2017 sull’analogo bimestre 2016, il mercato, tuttavia, risulta in crescita del 7,7%. Il primo quadrimestre 2017 chiude con 743.321 unità immatricolate, pari a una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, perdendo il 55,2% del mercato ad aprile e il 40,1% nei primi quattro mesi.

Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 89.264 immatricolazioni nel mese di aprile (-0,5%), toccando una quota di mercato del 7,3% contro il 6,8% di un anno fa. Nel mese, registra una crescita a doppia cifra il brand Alfa Romeo (+52,2%). Nel primo quadrimestre 2017, i volumi totalizzati ammontano a 392.399 unità, il 10,8% in più rispetto a gennaio-aprile 2016. La quota di mercato si attesta al 7,2% contro il 6,7% di un anno fa. Risultati positivi, nel quadrimestre per i brand Fiat (+10,4%), Alfa Romeo (+38,7%) e Lancia/Chrysler (+1,8%).

Promotor conferma le previsioni – “Una doccia gelata sulla ripresa del mercato europeo”. Così il Centro Studi Promotor definisce il calo delle vendite in aprile, “dovuto – spiega il presidente Gian Primo Quagliano – ad effetti di calendario legati alla Pasqua (caduta in aprile) e a nuove imposte sugli acquisti di auto. Ci sono tuttavia le condizioni perché la crescita delle immatricolazioni di auto nell’Unione Europea continui in maggio e nei prossimi mesi”. Il Centro Studi Promotor conferma la previsione secondo cui il mercato europeo nel 2017 supererà il massimo ante-crisi del 2007 (15.573.611). Il calo di aprile – spiega – ha interessato sedici dei ventotto Paesi dell’Unione e tra questi tutti i cinque maggiori mercati, Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. In Germania, dopo una crescita nel terzo trimestre del 6,7%, le immatricolazioni in aprile hanno subito un calo dell’8% dovuto a ben tre giorni lavorati in meno. Se si considera che un giorno lavorato vale circa il 4,5% delle vendite di un mese, al netto dell’effetto di calendario, il mercato tedesco sarebbe stato in crescita anche nel mese scorso. Nel Regno Unito le immatricolazioni in aprile sono calate di ben il 19,8% e la causa è l’istituzione proprio dal primo aprile di una nuova imposta su tutte le auto a eccezione di quelle che non emettono CO2. Per l’Italia la responsabilità del dato negativo di aprile è del calendario: due giorni lavorati in meno, la Pasqua ed eccellenti opportunità di ponti. Il quadro spagnolo non è diverso da quello italiano perché anche qui la Pasqua e due giorni lavorati in meno hanno influito negativamente sulle vendite, anche se il bilancio di aprile resta comunque positivo sia pure lievemente (+1,1%), con la prospettiva che la ripresa in atto nel primo trimestre (+7,9%) continui nei prossimi mesi

PIL, crescita debole – Secondo la stima preliminare dell’Istat, il prodotto interno lordo nel primo trimestre del 2017 è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del primo trimestre del 2016. Come mostra il grafico, l’indice Istat relativo al primo trimestre scorso è ancora inferiore di ben il 7,2% rispetto al massimo ante-crisi registrato nel primo trimestre del 2008. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è questo il segnale più negativo che emerge nei dati di oggi, soprattutto se si considera che il calo dovuto alla crisi iniziata nel 2008 è stato superato già nel 2011 da Stati Uniti, Francia e Germania, nel 2013 da Regno Unito e Giappone e con ogni probabilità nel 2017 verrà superato anche dalla Spagna. Procedendo con i tassi di crescita attuali il ritorno del Pil italiano ai livelli ante-crisi non avverrà invece prima del 2025. E a ciò si aggiunge che il Pil dell’intero 2016 si era attestato sui livelli del 2001.

Tornando al dato del primo trimestre scorso va segnalato che il modesto incremento ottenuto è dovuto anche a due giornate lavorative in più e che gli altri maggiori paesi europei hanno avuto incrementi superiori a quelli dell’Italia. In particolare in Germania l’incremento sul trimestre precedente è stato dello 0,6%, mentre in Francia e Regno Unito la crescita è dello 0,3%.

Pesanti e bus in positivo – Anfia comunica che ad aprile 2017 sono stati rilasciati 1.846 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+9,2% rispetto ad aprile 2016) e 2.016 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (+77,3%), suddivisi in 110 rimorchi (+4,8%) e 1.906 semirimorchi (+84,7%).

Nel 1° quadrimestre 2017, sono stati rilasciati circa 8.314 libretti di circolazione di nuovi autocarri, il 33,3% in più dell’analogo quadrimestre 2016, e 6.406 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (+26,5% su gennaio-aprile 2016), così ripartiti: 502 rimorchi (+36,4%) e 5.904 semirimorchi (+25,7%).

Ad aprile, il mercato ha sicuramente continuato a beneficiare degli effetti positivi del superammortamento al 140% per i beni strumentali d’impresa e anche delle risorse stanziate con il decreto per gli investimenti a favore delle imprese di autotrasporto, misura che si è chiusa a metà mese. Secondo i dati ISTAT, si rileva anche un diffuso miglioramento del clima di fiducia delle imprese, (l’indice passa da 105,1 a 107,4), a conferma di una tendenza in atto dallo scorso gennaio, che raggiunge il valore più elevato da ottobre 2007.

Nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 107,2 a 107,9 (valore più elevato da gennaio 2008) e nel settore delle costruzioni passa da 123,3 a 128,0 (valore più elevato da maggio 2008). Nei servizi il clima sale da 106,4 a 107,8 e nel commercio al dettaglio passa da 108,8 a 110,8 (valori più elevati, rispettivamente, da gennaio 2016 e da dicembre 2015).

Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg registra nel mese di aprile 248 nuove registrazioni (+6,4%). Come già a marzo, presenta un segno negativo il comparto degli autobus turistici (-8,8%) e mostrano un calo, ad aprile, anche i minibus (-30,7%) e gli scuolabus (-24%).

Nel 1° quadrimestre 2017 sono stati rilasciati 1.245 libretti contro gli 869 rilasciati nell’analogo quadrimestre del 2016 (+43,3%). Tutti i comparti chiudono con il segno positivo il periodo gennaio-aprile 2017, con incrementi rilevanti per gli autobus specifici interurbani (+188,1%) e i midibus (+148,4%).

Buone nuove da Compass – In occasione dell’Automotive Dealer Day, Compass ha presentato l’Osservatorio sul settore auto e moto: le attese di vendita, pur in leggero calo, rimangono positive nei prossimi dodici mesi Il settore della mobilità a quattro e due ruote continua nel suo percorso di crescita, con un forte contributo del credito al consumo. Le attese di vendita nei prossimi dodici mesi, pur in calo rispetto alla precedente edizione, rimangono positive. Qui di seguito riportiamo alcuni dati emersi dall’Osservatorio sui venditori convenzionati.

Nel 2016 il volume dei finanziamenti erogati per l’acquisto di auto e moto è infatti aumentato di ben il 22% rispetto al 2015 – il più alto tra i settori –, raggiungendo i 14,1 miliardi di euro: un dato che rappresenta quasi l’80% dell’erogato complessivo e che mostra come il settore sia importante per l’intero sistema Paese.

Per i prossimi 12 mesi, i venditori convenzionati prevedono una crescita nel 38% dei casi e soltanto l’8% si aspetta una diminuzione. Dati positivi quindi, anche se lontani dai valori della scorsa rilevazione, in cui l’aumento era stato indicato da oltre la metà del campione. Un atteggiamento più prudente, quello dei dealer, che segue il calo della fiducia sulla congiuntura economica dell’intero settore, giudicato nei prossimi mesi in ripresa solo da poco più di un terzo del campione (35%).

Rispetto ad altri settori, nel comparto automotive il credito al consumo ha un ruolo chiave poiché l’acquisto di un’auto o di una moto richiede spesso da parte delle famiglie una disponibilità economica elevata. La media degli importi finanziati tramite venditori convenzionati è infatti di 11.750 euro, contro i 2.394 dell’arredamento e gli 888 dell’elettronica. Senza la possibilità di dilazionare i pagamenti, solo il 22% avrebbe effettuato comunque l’acquisto mentre ben il 56,4% dei clienti avrebbe rinunciato a effettuare la spesa e il 21,6% lo avrebbe rimandato.

Se per i dealer i vantaggi principali dei finanziamenti riguardano la possibilità di poter acquistare dilazionando i pagamenti (per il 43%) o di offrire un ulteriore servizio (37,3%), i motivi per cui un cliente decide di accedere a un prestito finalizzato dipendono prevalentemente dalla propria condizione economica (per il 65%).

L’indagine ha inoltre rilevato il sentiment sul fronte dei prezzi di vendita e del volume degli odinativi. Sui prezzi l’opinione più diffusa è quella che nel prossimo anno rimarranno sostanzialmente stabili (per il 72%); stessa linea per gli ordinativi ai fornitori, che per il 57% manterranno i livelli del 2016.

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