A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 163) di LUCIO DE SANCTIS/ Sono milioni le auto non revisionate, soprattutto al sud e nel Lazio – Importazioni ed esportazioni – Gomme usate e riciclate – Emissioni di Co2 in calo – Gpl e Gnl

Milioni di auto non revisionate – In base ad un’analisi del portale Facile.it (e ripresa da Autologia) a ottobre 2017 non avevano avuto il necessario OK alla circolazione oltre 13.000.000 di veicoli. Se si restringe l’analisi alle sole vetture private la proporzione si riduce, con un dato che rimane preoccupante: infatti non erano in regola oltre 7,4 milioni di veicoli, equivalenti al 19,50% del totale. Partendo da dati ufficiali del Ministero infrastrutture e trasporti, il portale leader in Italia per il confronto delle polizze assicurative ha potuto tracciare una mappa delle aree d’Italia in cui il fenomeno delle auto non revisionate è più forte.

Panoramica sul totale – La prima parte dello studio ha considerato non solo le automobili private, ma il totale dei veicoli iscritti ai registri (quindi anche motocicli, mezzi pubblici, auto a noleggio e via dicendo). Su un totale di oltre 52.000.000 di mezzi, quelli non in regola con la revisione sono risultati essere poco più di 13.000.000.

Analizzando i numeri su base regionale, la Campania conquista il primato sia in termini assoluti (1.869.504), sia in proporzione al totale parco circolante con un 40,72% di mezzi che, in base alla norma, non potrebbero circolare.

Alle spalle della Campania si trovano, per totale veicoli non revisionati, il Lazio (1.672.195) e la Lombardia (1.661.244). In un’ottica percentuale, invece, la medaglia di argento è dalla Sicilia (36,87%) e quella di bronzo dalla Calabria (35,14%).

Valori sorprendenti – «Sebbene in questi numeri rientri anche una minima percentuale di veicoli tuttora iscritti nei registri, ma magari non circolanti perché, ad esempio, fermi in aree private o per ragioni amministrative», spiegano gli analisti di Facile.it, «noi per primi siamo rimasti sorpresi dal vedere valori tanto elevati. Un’auto non revisionata ha importanti ripercussioni sia sulla sicurezza della guida, sia sulla qualità dell’aria che respiriamo e, quindi, sulla nostra salute».

Campania sempre in testa – Limitando l’analisi alle sole auto private la situazione non migliora di molto. Al 31 ottobre 2017, su un totale di oltre 38.000.000 di vetture, quelle non in regola con la revisione erano ben 7.443.888. Identiche le prime due posizioni in classifica; ancora prima la Campania (1.210.549 auto non revisionate) seguita dal Lazio (1.007.004). Terza la Sicilia che, con 985.874 vetture non in regola con la revisione, davanti alla Lombardia ferma a 916.586. In percentuale, dopo la Campania (35,06%) si trovano la Sicilia (30,02%) e Calabria (28,67%).

Quanti sono in regola – Invertendo l’ordine di lettura e puntando l’attenzione su chi invece è quasi sempre in regola; sul totale veicoli al primo posto risulta la Valle d’Aosta con 40.334 mezzi non revisionati seguita da Molise (75.503) e Basilicata (119.832); in percentuale a guidare la classifica è invece il Trentino Alto Adige che con il 10,46% precede il Veneto (15,08%) ed il Friuli Venezia Giulia (15,61%). Minimi i cambiamenti se limitiamo l’osservazione alle auto private: Valle d’Aosta, Molise e Trentino Alto Adige il podio dei valori assoluti; Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia quello dei relativi.

Le conseguenze sull’RC auto – La revisione dell’auto è uno degli obblighi normativi espressamente previsti dal codice della strada (art.80) e il mancato rispetto della legge ha, chiaramente, anche importanti ripercussioni in termini assicurativi. Se l’auto non è in regola, in caso di sinistro la compagnia ha il diritto di rivalersi sull’assicurato.

L’industria parte in negativo – Secondo i dati preliminari di ANFIA, a gennaio 2018 la produzione domestica di autovetture sfiora le 50.000 unità, registrando un calo del 10% rispetto a gennaio 2017. A febbraio, il mercato italiano dell’auto rallenta, registrando una diminuzione dell’1,4% e le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno riportato una quota di mercato del 26,6%.

Negli altri comparti, ad eccezione degli autobus (-14,5%), il mercato presenta un segno positivo nel mese: +6% per i veicoli commerciali leggeri, +7% per gli autocarri, +26% per i rimorchi e semirimorchi pesanti e +0,2% per i rimorchi leggeri.

Nell’intero 2017, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia ammonta a 23,7 miliardi di Euro, il 5,3% del totale esportato e risulta in rialzo del 11,3%.

L’import di autoveicoli vale, invece, 33,3 miliardi di Euro (+9,7%), pari all’8,3% del totale importato in Italia. A dicembre 2017, le esportazioni di autoveicoli hanno raggiunto un valore di 1,67 miliardi di Euro (-6,5%), rappresentando il 4,6% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di autoveicoli valgono 2,8 miliardi di Euro (+2,4%), pari all’8,7% di tutte le importazioni italiane. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 19,9%, seguiti da Francia e Germania, rispettivamente con una quota del 14% e dell’12%.

In Italia, l’indice della produzione industriale nel suo complesso cresce del 4% a gennaio.

“La produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme, riporta a gennaio 2018 un incremento del 2,3% – dichiara Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA. La fabbricazione di autoveicoli è la componente che cresce di meno (+0,3%), mentre le carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi4 risultano in rialzo del 15% e anche la produzione italiana di parti e accessori per autoveicoli e loro motori presenta una crescita dell’1,9%.

A dicembre 2017, secondo gli ultimi dati disponibili, gli ordinativi di questo specifico comparto registrano una lieve flessione (-0,4%), risultante da un calo del 2,2% sul mercato interno e un incremento del 2,3% sul mercato estero, mentre nell’intero 2017 la variazione tendenziale è +9,2% (+9,4% e +8,8% le rispettive componenti interna ed estera). Il fatturato della componentistica, infine, chiude il mese di dicembre a -7%, per via di una componente interna in ribasso del 12,1% (quella estera chiude a -0,2%). Nell’intero 2017, l’indice del fatturato si mantiene in crescita dell’8%, con entrambe le componenti, interna ed estera, rispettivamente in rialzo del 9,5% e del 6,2%”.

Gomme usate riciclate al 92% – Ogni anno in Europa si producono 3.868.000 tonnellate di pneumatici usati, e di questi il 92,2% viene riciclato in vari settori o riutilizzato nell’automotive, anche grazie alla tecnica della ricostruzione del battistrada. I dati (riportati dall’Ansa) sono frutto di un’elaborazione realizzata dall’Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici (Airp), sulla base di uno studio dell’Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e Articoli in Gomma (Etrma). Secondo l’Airp solo il 7,8% del quantitativo di coperture usate finisce in discarica.
Nel diffondere questi numeri, l’associazione sottolinea come si tratti ”di un risultato di rilievo per l’intera filiera industriale europea del recupero dei pneumatici usati, ma è soprattutto un significativo esempio di economia circolare, un sistema virtuoso capace di generare positivi impatti economici e ambientali e che l’UE promuove per uno sviluppo sostenibile per il futuro del pianeta”.
Dallo studio emerge come le gomme usate, da smaltire dopo la sostituzione, nel 46,3% dei casi vengono utilizzate per il recupero dei materiali, nel 28,4% come fonte energetica e nel 17,5% sono reimmessi sul mercato interno o esportati, dopo la ricostruzione del battistrada. E’ il caso di ricordare che in Italia, secondo le più recenti stime Airp, pubblicate nell’edizione 2016 del Libro Bianco sui Pneumatici Ricostruiti, la quota di questo tipo di prodotti ”sul totale dei pneumatici di ricambio per autocarro è del 27%, che è molto inferiore al 36% dei mercati di Germania, Austria e Svizzera, al 43% della Francia e al 50% dei diversi Paesi dell’Europa del Nord”.
Lo studio di Etrma, chiarisce infine la nota, ”mette in evidenza come l’Europa rappresenti una delle aree più attive al mondo per tasso di recupero di pneumatici usati e come questo tasso sia aumentato costantemente negli ultimi 15 anni”.

Emissioni CO2 in calo – Nei primi due mesi del 2018 le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono calate di quasi 110.000 tonnellate (108.838 tonnellate per la precisione) rispetto allo stesso periodo del 2017.

Questo calo corrisponde ad una diminuzione percentuale dello 0,7%. Il calo maggiore è stato registrato nel comparto delle emissioni derivate dall’uso di benzina (-89.376 tonnellate, pari al 2,6% in meno). Le emissioni da gasolio sono diminuite di 18.762 tonnellate, che corrispondono ad un calo percentuale dello 0,2%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.

Cresce la quota GPL – Si è svolta a Roma l’assemblea annuale di Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione. Dono stati presentati i dati sull’andamento del settore nel 2017 e si è parlato delle prospettive future.

Nell’anno appena trascorso il fabbisogno di GPL è stato stimato dal Ministero dello Sviluppo Economico in 3,4 milioni di tonnellate, di cui 1,7 milioni per uso combustione e 1,7 milioni per uso autotrazione, in linea rispetto ai consumi registrati nel 2016. Nel periodo gennaio-febbraio 2018 i consumi di GPL hanno registrato una flessione del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Al 31 dicembre 2017 la produzione di GPL si è attestata su 1,8 milioni di tonnellate lorde, l’importazione ha registrato 2,4 milioni di tonnellate di prodotto – trasportato per l’81% via nave, per il 10% via terra e per il 9% con le ferrovie – e l’esportazione 306mila tonnellate.

Per quanto riguarda il settore auto, il 2017 ha mostrato una crescita delle immatricolazioni di auto alimentate a GPL pari al 27%, passando da circa 101mila veicoli del 2016 a quasi 130mila.

Sul totale delle auto immatricolate lo scorso anno, cresce la quota del GPL, dal 5,6% del 2016 al 6,5% del 2017, con la benzina al 31,9%, il diesel al 56,4%, l’ibrido al 3,4%, il metano all’1,7% e l’elettrico allo 0,1%.

Cresce anche la domanda di GNL, i cui consumi totali nel 2017 sono aumentati del 50% rispetto al 2016, con una richiesta pari a 29.800 tonnellate, e il cui incremento al 2020 è stimato al 300%, con i distributori che nel 2030 toccheranno le 400 unità

Ad oggi si contano quindici impianti di GNL – il cui numero è raddoppiato in due anni grazie allo sviluppo della flotta alimentata a GNL che conta 950 mezzi pesanti (stima Iveco) – 10 distributori di GNC alimentati col GNL, 18 depositi a servizio di utenze offgrid e 2 depositi a servizio di reti isolate.

AI LETTORI: Di solito questa rubrica viene messa on line con cadenza settimanale la domenica. Il lieve ritardo di questa settimana  è dovuto a motivi tecnici, di cui ci scusiamo con i lettori. 

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