A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 121) di LUCIO DE SANCTIS

di LUCIO DE SANCTIS

Economia in ripresa… – Dall’Istat arriva un segnale positivo per la ripresa dell’economia italiana. In febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale determinato dall’Istat è aumentato dell’1% rispetto a gennaio. Viene così recuperato in parte il calo del 2,3% di gennaio. Questa contrazione aveva destato preoccupazioni sulla ripresa della produzione industriale delineatasi nell’ultimo trimestre del 2016.

Il dato di febbraio conferma l’interpretazione che il Centro Studi Promotor aveva dato sul calo di gennaio che potrebbe essere stato soltanto un “incidente di percorso”. Tanto più che vi sono diversi elementi che inducono a ritenere che il recupero in atto prosegua e si rafforzi. Tra questi elementi in particolare va segnalato il fatto che il clima di fiducia delle imprese è in crescita da diversi mesi e che l’indice anticipatore determinato dall’Istat “segnala il proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’attività economica”.

…e cresce l’automotive – Secondo i dati preliminari di ANFIA, a febbraio 2017 la produzione domestica di autovetture risulta in aumento del 6%, con quasi 65.000 unità prodotte, a confronto con un febbraio 2016 che risultava già in crescita del 21%. Export e mercato interno continuano a trainare la produzione domestica. Nel primo trimestre 2017, il mercato auto ha riportato volumi in crescita del 12%, soprattutto grazie al buon andamento del segmento delle auto intestate a società (+27%), mentre il segmento dei privati ha presentato un incremento più contenuto (+2,8%).

A gennaio 2017, le esportazioni di autoveicoli dall’Italia hanno raggiunto un valore di 1,74 miliardi di euro (+27,7%), rappresentando il 5,5% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di autoveicoli valgono 2,48 miliardi di euro (+27,9%), pari al 7,7% di tutte le importazioni italiane. Gli Stati Uniti rappresentano, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 19,3%, seguiti da Germania e Francia, con quote, rispettivamente, del 12,3% e 10,9%.

“Dopo il piccolo incremento tendenziale di gennaio (+0,4%), assistiamo ad un recupero della produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme, che a febbraio 2017 cresce del 6,4% rispetto allo stesso mese del 2016, quando aveva chiuso a +10% – dichiara Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA. Nei primi due mesi del 2017, si registra, quindi una variazione positiva del 3,5%. Parallelamente, l’indice della produzione industriale nel suo complesso mostra un segno positivo a febbraio, con un incremento tendenziale dell’1,9% e risulta in crescita dello 0,9% nella media dei primi due mesi dell’anno.

I commerciali accelerano – Con l’ulteriore accelerazione di marzo, il mercato dei veicoli commerciali (autocarri con ptt fino a 3,5 t) nel I trimestre dell’anno archivia una crescita dell’8,6% con 43.130 immatricolazioni, circa 3.500 in più rispetto alle 39.700 del gennaio-marzo 2016. Secondo quanto elaborato e diffuso questa mattina dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, il solo mese di marzo, con la 38esima crescita consecutiva, ha contribuito ai risultati del trimestre con un incremento del 13,5% e 17.400 veicoli venduti, rispetto ai 15.329 dello stesso periodo 2016, che aveva già archiviato ottimi risultati (+33%).

“Negli anni di crisi – afferma Massimo Nordio, Presidente UNRAE – è andata ulteriormente rallentando la velocità di rinnovo del nostro parco circolante, che a fine anno 2016 – secondo le nostre stime – su un totale di 3.650.000 veicoli commerciali, contava ancora un 35,2% di mezzi anteriori all’Euro 3”. “Le azioni di sostegno – conclude il Presidente – quali il rinnovo della Legge Sabatini e del Superammortamento, in uno scenario di migliorata fiducia delle imprese e dei consumatori, stanno incidendo positivamente sullo svecchiamento del parco e, secondo le nostre previsioni, a fine anno potremo archiviare un incremento del mercato dei veicoli commerciali intorno all’8%, a circa 216.000 immatricolazioni complessive”.

Nel grafico – che pubblichiamo qui accanto – sono indicate le percentuali di veicoli commerciali circolanti in relazione alle diverse omologazioni euro. Al primo posto gli Euro 4, subito dopo gli Euro 3 e al terzo posto i vecchi Euro 0 e 1, una classifica che testimonia la vetustà di larga parte del parco in circolazione.

Auto vecchie, polizze care – Secondo i dati dell’Osservatorio Facile.it le automobili italiane hanno in media 9 anni e 6 mesi con punte che, in alcune aree, superano addirittura i dodici anni.

Il portale, specializzato nella comparazione dei costi delle assicurazione auto e moto, ha svolto una propria analisi su un panel di più di un milione di richieste di copertura nel 2016.
Analizzando i risultati emerge come al Sud la situazione sia anche peggiore con veicoli che, in media, hanno oltre 10 anni, ma è soprattutto nelle isole maggiori ed in Calabria che il dato si fa preoccupante con auto che raggiungono i 10 anni e 9 mesi in Sardegna, 10 e 7 mesi in Sicilia e 10 anni e 3 mesi in Calabria.
«Un parco auto così vecchio – sottolineano in un comunicato i responsabili di Facile.it – è più facile conduca ad incidenti di piccola e grande entità il che, chiaramente, si ripercuote in modo negativo anche sui costi delle assicurazioni i quali, da febbraio 2016 a febbraio 2017 sono aumentati del 3,5%»
Allargando il periodo di osservazione ai dodici mesi si vede come, nell’anno, l’età media dei veicoli circolanti sia aumentata di circa 3 mesi, ma si sia comunque ridotta rispetto al semestre scorso quando si erano raggiunti i nove anni e 10 mesi.
Se nel 2000 avevano il 6% delle auto circolanti con più di 15 anni di età, ora questo dato è arrivato al 16,02% del totale.
Guardando invece alle regioni più virtuose, la Toscana spicca per l’età ridotta dei veicoli circolanti che, è pari a poco più di 8 anni e 6 mesi. Seconda, osservando la classifica da questa angolatura, è la Lombardia (8 anni e 10 mesi) che precede di pochissimo l’Emilia Romagna (8 anni e 11 mesi). Se dividiamo i dati per macro aree, le auto più giovani sono quelle del Nord (poco meno di 9 anni e 3 mesi), seguite da quelle del Centro Italia (9 anni e 5 mesi) e all’ultimo posto si piazza il Sud (10 anni e 2 mesi).
Capitolo costi. In questo caso, a fronte di un valore medio delle auto circolanti che, in Italia, è pari a circa 9.471 euro, gli automobilisti al volante delle macchine più care sono i valdostani (11.238 euro), che staccano di quasi 500 euro i molisani (10.768) e di poco meno di 600 euro i conducenti del Trentino Alto Adige, terzi (10.620 euro); guidano invece veicoli più economici i sardi (8.022 euro), i siciliani (8.254,24 euro) e i calabresi (8.581,44 euro).

Quanti punti costa? – Ogni automobilista vive con la preoccupazione di incappare in una qualche infrazione che può costargli numerosi punti sulla patente di guida. Quali sono le violazioni che costano più care, ovvero quelle da otto o dieci punti? Ecco l’elenco delle otto infrazioni che “costano” dieci punti:

1) L’eccesso di velocità, quando viene superato di 60 km/h

2) La marcia contromano in punti di scarsa visibilità (dossi, curve etc.)

3) Il Sorpasso in condizioni estremamente pericolose (in questo caso si rischia anche il ritiro della patente)

4) Il trasporto di materiale pericoloso senza la relativa autorizzazione

5) L’eseguire retromarcia in autostrada, anche su corsia d’emergenza

6) La guida in stato d’ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti

7) L’ignorare l’alt delle forze dell’ordine

8) La fuga dopo incidente che a causato gravi danni a persone e/o cose

Ed ecco le tre infrazioni che costano otto punti:

1) La mancata precedenza ai pedoni nei punti in cui questi ce l’hanno

2) La mancata osservanza della distanza di sicurezza tra i veicoli con incidente e gravi danni a persone

3) L’inversione di marcia in punti pericolosi

A febbraio poco CO2 – In Italia a febbraio le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono diminuite di 334.062 tonnellate rispetto allo stesso mese del 2016. Tale calo corrisponde ad una diminuzione percentuale del 4,4%. Il calo delle emissioni di CO2 registrato a febbraio compensa il lieve aumento fatto registrare a gennaio. Infatti in base ai dati di gennaio e febbraio le emissioni di CO2 da benzina e gasolio nei primi due mesi del 2017 sono diminuite di quasi 300.000 tonnellate (e cioè del 2%) rispetto allo stesso periodo del 2016. Questi dati emergono da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Aci. L’elaborazione consente anche di determinare l’entità del calo delle emissioni dei due carburanti considerati separatamente. Nello specifico, le emissioni da benzina sono calate sia a gennaio che a febbraio, arrivando nei due mesi considerati a diminuire del 4,8% rispetto al 2016. Le emissioni da gasolio, invece, ad un aumento registrato a gennaio hanno fatto seguire un calo e febbraio. Il saldo dei due mesi vede un calo dell’1,1%.

 

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