Il bilancio parziale della gigantesca slavina di neve scivolata ieri sulla Marmolada è di 7 morti, di cui tre identificati, e 8 feriti di cui due in condizioni gravi. Le persone che mancano all’appello sono 13 dopo il ritrovamento in vita di 8 persone date ieri per disperse.
Le tre vittime identificate e formalmente riconosciute dai parenti sono Filippo Bari, guida alpina, Tommaso Carollo e Paolo Dani. I nomi delle altre 4 vittime al momento non sono stati resi noti. Inoltre sono 13 le persone “reclamate”, cioè di cui i familiari hanno comunicato alle autorità che non sono riemerse dalla montagna di neve scivolata dal picco. Tre di quelle sono di cittadinanza ceca.
Delle automobili presenti al campo base ve ne sono ancora quattro e degli occupanti non vi sono notizie: sono tutte straniere, una tedesca, due della Repubblica ceca e una ungherese.
A causa del maltempo che ha interessato la zona le ricerche dei soccorritori si fanno però difficoltose: al momento nessuno può raggiungere il ghiacciaio ed anche i droni sono costretti a restare a terra per la pioggia. Proprio a causa delle condizioni meteorologiche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non ha potuto atterrare in elicottero a Canazei, dove vengono coordinate le operazioni.
Cresce, intanto, il rischio di crolli dal ghiacciaio di Planpincieux, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, a causa del temporale previsto in serata. Il Comune di Courmayeur ha quindi disposto l’evacuazione (dalle ore 18.30 alle 8) di un’area della Val Ferret posta sotto ai seracchi, dove sono presenti una decina di edifici. L’allerta è per una porzione di ghiacciaio da circa 400 mila metri cubi che si muove fino a un metro al giorno. La decisione è scattata a seguito del report redatto da Fondazione montagna sicura e relativo all’allerta idrogeologica gialla diramata dal Centro funzionale regionale.
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