TEMPI SUPPLEMENTARI 2/ Serie A: Napoli, sorpasso scudetto sull’Inter. Dal “Pibe” al “Pipita”, all’ombra del Vesuvio tornano i fasti di un tempo. “Remuntada” Juventus, Lazio in caduta libera. Il Verona caccia Mandorlini e chiama Delneri

pipitadi Fabio Camillacci

E’ un campionato tutto sommato mediocre a livello di qualità complessiva, ma, stasera si è confermato anche un torneo appassionante ed equilibrato. Le 4 “sorelle” che hanno guidato fin qui la classifica si sono tutte alternate in vetta. In principio fu l’Inter brutta ma vincente di Mancini, poi la Fiorentina organizzata di Paulo Sousa (oggi fermata sull’1-1 a Reggio Emilia dal Sassuolo ora 6° in graduatoria), quindi la Roma del sempre più pericolante Garcia. Dopo un’altra breve parentesi interista, da stasera la capolista, la battistrada è il Napoli del Sarri “operaio”. Cioè la squadra più in forma, la squadra che ad oggi gioca meglio di tutti e corre di più. Una squadra che in attacco ha uno dei bomber più forti d’Europa: Gonzalo Higuain, un’autetica furia dell’area di rigore. Straordinario. Capiamo la scaramanzia, capiamo il profilo basso, adesso però caro mister Sarri basta raccontarci le favolette: questo Napoli è da scudetto. Higuain, argentino come Maradona, ha tutti i mezzi per riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio dopo oltre 25 anni: sarebbe il terzo nella storia del “Ciuccio” dopo i 2 conquistati dal “Pibe de Oro”. Dal “Pibe” al “Pipita”, sempre con la “p” comincia il soprannome del condottiero destinato a far esplodere di gioia un’intera città, e non solo. La miccia è già stata innescata, la “bomba” Higuain è già realtà: doppietta nella sfida di oggi con l’Inter e sempre più capocannoniere con 12 reti.

Spettacolo “Monday Night”. Per la super sfida che chiude la 14° giornata di serie A, San Paolo gremito in ogni ordine di posto. Una bolgia fa da cornice a Napoli-Inter. Higuain boom boom va a segno dopo appena 2′ gelando la banda Mancini (foto Afp-Gazzetta.it). Poi nel corso del primo tempo arriva la follia di Nagatomo, un doppio giallo da dilettante. Inter in 10 e sotto di un gol, partita tutta in salita. Ma, il “Mancio” dal punto di vista tattico è di gran lunga superiore a Sarri e così  i nerazzurri restano a galla anche dopo il raddoppio del “Pipita” che manda in visibilio il popolo napoletano. Accorcia subito Ljajic con un guizzo dei suoi (guizzi rari quelli del serbo ma sempre pregevoli) e la partita resta in bilico fino all’ultimo respiro. Però, l’Inter del fattore “Culovic” stasera è sfortunata, colpisce due pali negli ultimi minuti: con Jovetic e Miranda (in quest’ultimo caso è comunque prodigioso il portiere Reina, altro punto di forza della compagine partenopea).

Il Napoli “ammazzagrandi” e un ricorso storico che fa sognare. Con l’Inter, salgono a 5 le “big” battute da Higuain e compagni, in precedenza sotto i colpi degli azzurri erano cadute: Lazio, Fiorentina, Milan e Juventus. E il 13 a Fuorigrotta arriva la Roma: per come sta messa oggi la squadra giallorossa, è un’altra “vittima designata”, tanto per citare un film “poliziottesco” anni 70 di Maurizio Lucidi e interpretato da Tomas Milian. Inoltre, al Napoli il primato solitario mancava come detto da 25 anni. Una vetta assente dal 1990: l’ultima volta era un 29 aprile, quando la squadra allenata allora da Albertino Bigon vinse il secondo scudetto. Il Napoli aveva già ipotecato il campionato vincendo la settimana prima 4-2 a Bologna; chiuse in trionfo battendo 1-0 la Lazio. Allora c’era Maradona, oggi c’è Higuain e la parola “scudetto” non sembra più impronunciabile. Da allora il Napoli era stato altre volte in testa alla classifica di serie A ma sempre in coabitazione con altre squadre. Stavolta il primato è solitario e come nel 1990 ed è lecito sognare.

I campioni in carica non abdicano. La Juventus non molla e a Palermo inanella la 4° vittoria consecutiva. I bianconeri, come accade da tempo, non entusiasmano dal punto di vista del gioco, faticano; ma, con pazienza, con l’apriscatole Mandzukic, ribattezzato affettuosamente “Manzotin”, trovano il gol che indirizza il match. Arrotondano Sturaro e Zaza. In un campionato in versione “Ciapa no”, in cui tante giocano a perdere punti, il tempo alla lunga aiuterà la Vecchia Signora a tornare in piena corsa scudetto. In fondo, dopo la disastrosa partenza, adesso la vetta è lontana soltanto 7 punti e il podio a portata di tiro. I margini per una clamorosa “remuntada” bianconera ci sono tutti. Chi andrà in fuga dovrà essere bravo a non farsi riprendere dalla Juve. Come direbbe qualcuno, “la Juventus sportivamente parlando è come l’erba cattiva, non muore mai”. D’altronde, la rosa della Juventus (insieme a quella della Roma), complessivamente, rimane quella tecnicamente più ricca.

Lazio in caduta libera. Se Atene piange (la Roma), Sparta non ride. I biancocelesti a Empoli rimediano la 7° sconfitta in 14 turni di campionato. Pioli in totale confusione come Garcia. Inoltre, la società è sotto accusa per non aver praticamente fatto mercato in estate perchè ostaggio del preliminare di Champions League. Gravi errori della strana coppia Lotito-Tare. Complimenti invece all’Empoli e al suo tecnico Giampaolo: è tra i migliori allenatori italiani, purtroppo l’immagine poco mediatica e il carattere lo penalizzano. Ha pochi sponsor, per dirla tutta.

La lotta salvezza: il Verona esonera Mandorlini. Fatale al tecnico la sconfitta di Frosinone. Ma quella dell’Hellas è una crisi che va avanti da tempo e la decisione di licenziale l’allenatore è stata rimandata più volte. Tempo perso alla luce di un tabellino fin qui disastroso: 8 sconfitte, 6 pareggi e nessuna vittoria per gli scaligeri. Come avevamo in parte anticipato, è Gigi Delneri il nuovo tecnico dell’Hellas: ha firmato un contratto fino a giugno. L’allenatore di Aquileia in conferenza stampa si è presentato dicendo: “Il calcio mi mancava. Farò di tutto per restare in A. Come giocherà il Verona?Col 4-4-2 o col 4-3-3”. E dopo l’ennesimo “spezzatino” di campionato, ora sotto con la Coppa Italia infrasettimanale. La Serie A ritorna sabato prossimo alle 15 col primo anticipo della 15° giornata: Torino-Roma. Sulla panchina giallorossa ci sarà, per ora, Rudi Garcia.

Roma, un’altra caduta e adesso Garcia rischia l’esonero

di Fabio Camillacci/

Rudi Garcia si avvicina al capolinea. Un capolinea già sfiorato nel giugno scorso: l’esonero sfumò soltanto per motivi economici. Il rinnovo di contratto fino al 2018 a 2.8 milioni di euro a stagione è un esborso notevole per le casse giallorosse. Patron Pallotta si fece due conti capì che gli sarebbe costato tanto licenziare il francese (quindi sempre a libro paga) e ingaggiare un altro tecnico dallo stipendio alto. Fu un errore, un grave errore. Garcia è stato voluto da Pallotta, è diventato il “cocco” di Pallotta e come tale viene trattato dal presidente a stelle e strisce. Accade così che a volte l’allenatore romanista venga anche messo in castigo: ad esempio, dopo lo sfogo del transalpino alla vigilia e nel post partita di Roma-Palermo, ultima giornata del campionato scorso (quando Garcia era convinto di essere giunto al capolinea), Pallotta decise di bacchettare il tecnico depotenziandolo. Rivoluzione all’americana nel settore della preparazione atletica: via gli uomini di Garcia e sbarco a Trigoria dell’eccentrico canadese Norman. Pertanto, ribadiamo quanto scritto a inizio stagione. Per dirla all’americana (visto che abbiamo a che fare con “gestori” statunitensi), la Roma da un po’ di tempo è una “lame duck”, cioè “un’anatra zoppa”.

Atalanta corsara all’Olimpico e ultimatum per Rudi Garcia. La sconfitta casalinga contro i bergamaschi per 2-0, che segue il 6-1 subito a Barcellona e il 2-2 di Bologna aprono ufficialmente la crisi giallorossa. A parole la società conferma la fiducia al tecnico, di fatto per il futuro di Garcia sulla panchina della Roma saranno decisive le prossime due partite: la trasferta in casa del Torino per l’anticipo della 15° giornata e l’impegno casalingo del 9 dicembre in Champions League col Bate Borisov. Forse aspettare è l’ennesimo errore: dopo potrebbe essere troppo tardi. In certi casi, l’esonero è veramente l’unica soluzione per rimettere in piedi una baracca comunque ricca di tecnica e talento. Ad oggi, la Roma è una squadra senza identità, priva dei fondamentali, senza gioco, senz’anima (i pochi ammoniti avvalorano quest’ultimo aspetto). Spesso sembra che i giocatori non sappiano cosa fare, soprattutto in fase difensiva. Non sanno crossare, non sanno battere i corner, non sanno innescare Dzeko, non sanno sfruttare i calci piazzati. Colpa dei giocatori? O colpa di chi li allena che, in quanto tale, dovrebbe insegnare calcio, dare equilibrio e organizzare la squadra? Oltretutto, tra le righe delle ultime dichiarazioni fatte da alcuni “senatori” come De Rossi, Maicon e Florenzi, si legge chiaramente che il tecnico non ha più in mano lo spogliatoio, e da tempo.

Quali alternative per la Roma in caso di esonero di Garcia? Si fanno tanti nomi ma le strade realmente percorribili purtroppo sono poche e di scarso appeal: Walter Mazzarri (contattato dalla Roma nel 2013 prima di virare su Garcia e così il “tenero Walter” scelse l’Inter) e Cesare Prandelli (per lui si tratterebbe di un ritorno dopo una breve e sfortunata esperienza) sono i nomi in pole. A seguire ci sono nell’ordine ipotesi più affascinanti: Spalletti (anche per lui si tratterebbe di un ritorno), Capello (campione d’Italia con la Roma nella stagione 2000-2001), Ancelotti (campione d’Italia da calciatore con la Roma nella stagione 198-83) e Marcello Lippi (l’ex ct azzurro però arriverebbe come direttore tecnico affiancato da un giovane allenatore cresciuto nella Roma). Altro interrogativo d’obbligo: si cerca un traghettatore fino a giugno o un progetto tutto nuovo? Questo il nodo da sciogliere in casa romanista. Anche perchè in futuro potremmo vedere Antonio Conte o Eusebio Di Francesco sulla panchina giallorossa. Indiscrezione: stando a un ex giocatore dell’Inter, molto amico di Ancelotti, Re Carlo aspetta soltanto una chiamata da Trigoria perchè non vede l’ora di allenare la “sua” Roma. I problemi però sono soprattutto legati all’ingaggio dell’ex allenatore del Real Madrid. Peraltro, si dice che Ancelotti abbia già un accordo con il Bayern Monaco per il dopo Guardiola, visto che Pep è dato in partenza per la Premier League alla volta di Manchester, sponda City. Staremo a vedere cosa accadrà, intanto, Garcia si avvcina al capolinea.

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