Siluro del Pd contro il governatore di Bankitalia per scaricargli le colpe dei disastri bancari. Replica: “Agito sempre d’accordo col governo”

Ignazio Visco

Il Pd – con una mossa a sorpresa che porta la firma di un parlamentare vicino alla sottosegretaria Maria Elena Boschi e che ha come ispiratore il segretario del partito Matteo Renzi – ha sparato un siluro contro il governatore Ignazio Visco. Obiettivo: scaricarsi di dosso e riversare tutta su  Visco la responsabilità dei disastri bancari avvenuti in Italia, disastri che saranno tra gli argomenti della prossima campagna elettorale. Al tempo stesso l’attacco a Visco serve ad infliggere un nuovo colpo a Gentiloni, dopo quello inflittogli obbigandolo a porre la questione di fiducia sulla legge elettorale, perché la nomina del governatore della Banca d’Italia è di competenza del governo e già Gentiloni aveva espresso una propensione alla riconferma di Visco, come aveva giustamente sostenuto che la legge elettorale è di competenza del parlamento e non del governo.

Ma ecco i fatti. Il Pd, dunque, ha presentato alla Camera una mozione  in cui si afferma che le situazioni di dissesto verificatesi negli ultimi anni “avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione delle crisi bancarie”. Un giudizio, questo, talmente duro che poi è stato modificato (su richiesta del capo del governo, pare, e forse anche di Mattarella) per farlo approvare dall’aula di Montecitorio, che quindi lo ha approvato con 213 sì, 97 contrari (Sinistra Italiana, M5s, Fratelli d’Italia) e 99 astenuti (FI e Mdp-Articolo1).

Subito è arrivata la secca replica da fonti di Bankitalia:  “Nella sua azione l’Istituto ha agito in continuo contatto col governo“. E inoltre: “L’istituto fa interamente il suo dovere nelle diverse funzioni che svolge, applicandovi competenza e coscienza. In particolare nella vigilanza bancaria, in questi anni segnati dalla più grave crisi economica della storia moderna d’Italia, ha difeso il risparmio nazionale limitando i danni. Questi non potevano non esserci, data la gravissima condizione dell’economia”. “Alcuni casi di gestione bancaria cattiva o criminale – nota ancora Bankitalia – sono stati contrastati per quanto consentito dalla legge e, quando opportuno, segnalati alla magistratura. Nella sua azione l’Istituto ha agito in continuo contatto col Governo. Di tutto questo vi è ampia evidenza anche pubblica”. Infine l’impegno per il futuro: “La Banca d’Italia sottometterà ogni documento rilevante per i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta e il Governatore Ignazio Visco è pronto a essere ascoltato dalla Commissione quando essa vorrà”.

Anche Bersani, a nome del Mdp-Articolo 21, dice la sua sull’argomento dichiarando che “la mozione del Pd è fuori da ogni logica, non puoi buttare in piazza la Banca d’Italia così. Quando vedo il partito di maggioranza fare una mozione così, cominciamo a essere fuori come un balcone. Il Parlamento può e forse dovrebbe prevedere in meccanismo di nomina che coinvolga le commissioni, magari con maggioranze qualificate, ma finché c’è un’altra procedura, se c’è un minimo di senso delle istituzioni, dobbiamo rispettarla”.

Infine si è fatto sentire Mattarella, che, con il solito linguaggio ovattato, prende cautamente le distanze dall’iniziativa di Renzi attraverso una nota attribuita a “fonti del Quirinale”.  “Le prese di posizione riguardanti Bankitalia – vi è scritto – debbono essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguardia dell’autonomia e indipendenza dell’Istituto”. Le medesime “fonti” aggiungono che le prese di posizione devono essere “nell’interesse della situazione economica dell’Italia e della tutela del risparmio degli italiani”. Infine la sottolineatura velatamente polemica: “A tali principi deve attenersi l’azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo“.

 

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