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Smentendo i sondaggi – che davano i sì e i no quasi appaiati nel referendum – i greci hanno assegnato una vittoria netta al No (un no alla imposizione di una ulteriore stretta dell’austerity pretesa dai vertici europei) voluto dal premier Tsipras e dal suo ministro delle Finanze Varoufakis. A scrutinio ormai avanzato il No vince con il 61% dei voti. “I nostri creditori si devono render conto che la realtà è cambiata”: ha detto uno dei principali negoziatori greci nelle trattative con la troika, Euclid Tsakalotos, parlando a Sky News.
Tsakalotos ha anche anticipato le linee-guida della strategia greca, che poggeranno sostanzialmente su due pilastri: il rapporto del Fondo Monetario Internazionale, che riconosce che il debito greco è insostenibile e che servono almeno 50 miliardi di euro per coprire le necessità finanziarie immediate; e un nuovo mandato per Atene, sostenuto dalla volontà del governo greco.
In ogni caso il governo greco non sta valutando se emettere una nuova moneta, ha dichiarato il portavoce. “Non stiamo valutando una moneta parallela”, ha assicurato Tsakalotos. “Io non credo che… essi abbiano intenzione di buttarci fuori. Siamo pronti – ha aggiunto – a incontrarli anche stanotte”.
E infatti si parla già di un incontro di Tsipras con la Merkel e Hollande, dopo che questi due si saranno incontrati già domani a Parigi.
Il popolo greco ha dimostrato di “non essersi inchinato al ricatto”, sostiene il ministro delle Difesa, Panos Kammenos.
“Il popolo greco – scrive Kammenos su Twitter – ha dimostrato di non essersi piegato al ricatto, al terrore, alle minacce, ha vinto la democrazia. “Voglio ringraziare tutti per come si sono svolte le votazioni. Sono stati pochissimi i comportamenti negativi” ha aggiunto Nikos Voutsis, ministro dell’Interno greco, durante una conferenza stampa.
Infatti un dato per tutti ha smentito le precisioni catastrofiche della vigilia di una parte anche della stampa italiana: il referendum si è svolto nella massima serenità, senza tensioni, e con una partecipazione più elevata del previsto: oltre il 60% degli aventi diritto.
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