“Guerra” tra ministri e TAR del Lazio sullo sciopero dei controllori di volo. Poi ritirata la protesta

Guerra all’italiana per uno sciopero dei controllori di volo fissato per domani, sabato 23 luglio, cioè uno dei giorni cruciali del periodo estivo. Il “solito” Tar del Lazio (ormai noto per i suoi provvedimenti controcorrente, talvolta giusti ma tal’altre volte apparsi come cervellotici o perlomeno incomprensibili) ha annullato l’ordinanza con la quale il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva differito ad altra data lo sciopero proclamato per domani dai sindacati dei controllori di volo. Ma, di fronte alle previsioni di caos, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha inviato una direttiva ai prefetti per precettare i controllori di volo degli aeroporti di loro pertinenza: la precettazione prevede sanzioni per chi la viola. Intanto viaggiatori,  compagnie aeree e aeroporti sono rimasti restano nell’incertezza fino a quando, in serata, è arrivata la decisione delle sigle sindacali di ritirare definitivamente la protesta.

Ma vediamo perché il Tribunale Amministrativo del Lazio aveva bocciato il rinvio dello sciopero deciso dal ministro Delrio. “La motivazione dell’atto – si legge nel decreto del Tar, adottato su ricorso di uno dei sindacati – non appare idonea a rappresentare ragioni eccezionali, tali da consentire una limitazione del diritto di sciopero”.

A presentare il ricorso sono state le sigle sindacali Unica (Unione italiana controllo e assistenza al volo) e Anpcat (Associazione nazionale professionisti controllori e assistenti di volo). “Ancora una volta – scrive il tribunale amministrativo – il provvedimento ministeriale non appare preceduto da apposita segnalazione della Commissione di Garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, né da previa informativa dell’Amministrazione alla medesima Commissione”. Inoltre, dice ancora il Tar, “la motivazione dell’atto – da riferire necessariamente, per sostenere un’iniziativa autonoma del presidente del Consiglio dei ministri o di un ministro dallo stesso delegato ai sensi dell’art. 8 comma 1, della legge 2 giugno 1990 n. 146 a ‘fondato pericolo di pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente garantiti’ – non appare viceversa idonea a rappresentare ragioni eccezionali, tali da consentire una limitazione del diritto di sciopero, ulteriore rispetto ai rigorosi parametri legislativi, che circoscrivono l’esercizio di tale diritto nei servizi pubblici essenziali”. Per questo, conclude il Tar, “l’istanza cautelare deve essere accolta”.

Ma a seguito della decisione del Tar, il rischio concreto era quello di una giornata di caos negli aeroporti, con migliaia di persone bloccate. Alla fine ha avuto efficacia l’iniziativa di Alfano. E quindi weekend con voli regolari.

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