Nuovo braccio di ferro tra nave ong con migranti a bordo e Salvini. Il Tar autorizza lo sbarco di 32 minori, ma il ministro ricorre al Consiglio di Stato. La ministra Trenta non firma il divieto

Un’altra occasione offerta da una ong straniera al ministro Salvini per esibirsi in un nuovo scontro con un settore della magistratura sulla materia migranti. Questa volta la nave è della Open Arms, ong spagnola, i migranti a bordo sono 147, salvati 13 giorni fa al largo della costa libica (e da allora forzatamente a bordo dell’imbarcazione), l’antagonista giudiziario  del ministro leghista questa volta è il Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio. Che ha sospeso il divieto di ingresso della nave in acque italiane deciso da Salvini acconsentendo che vengano sbarcati a Lampedusa un gruppo di minorenni, date anche le difficili condizioni del mare.

Dopo la decisione del Tar il comandante della Open Arms ha annunciato: “Ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti”. “Alla luce della documentazione prodotta (“medical report e relazione psicologica”) e “della prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza” – afferma il Tar – si giustifica “la concessione della richiesta” per “consentire l’ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane e quindi di prestare l’immediata assistenza alle persone soccorse maggiormente bisognevoli”.

Il Viminale invece contesta la decisione del Tar  e annuncia che proporrà ricorso urgente al Consiglio di Stato. Il ministro Salvini inoltre, si apprende, è pronto a firmare un nuovo provvedimento di divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane. La decisione di ricorrere al Consiglio di Stato sarebbe motivata dal fatto che agli avvenimenti citati nel provvedimento del Tar se ne sono aggiunti altri. E  cioè: “per giorni Open Arms si è intrattenuta in acque Sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia”.

Intanto, due navi della Marina Militare stanno scortando a distanza verso le acque territoriali italiane la Open Arms, che attualmente naviga a tre nodi in direzione di Lampedusa. Secondo  fonti della Difesa già dalla serata di ieri il ministro Elisabetta Trenta sta seguendo la vicenda. Dopo aver preso contatti con il Tribunale dei minori di Palermo ed essersi accertata delle condizioni dei 32 minori a bordo, il ministro nella giornata di ieri ha dato mandato al capo di Stato Maggiore dalla Difesa, Vecciarelli, di far avvicinare le due navi della Marina in modo da essere pronti ad un eventuale trasferimento. Il ministro è stato inoltre in contatto con le altre autorità di governo competenti per poter arrivare allo sbarco dei 32 miniori che si trovano in mare da 13 giorni.

In serata però Salvini ha rincarato la dose: “Continuo e continuerò a negare lo sbarco a chi pretende di portare dei clandestini sempre e solo in Italia. Se qualcuno la pensa diversamente se ne assuma la responsabilità”. La Open Arms, “nave spagnola di ong spagnola – aggiunge – era in acque maltesi e non si capisce perché un giudice italiano possa consentire l’ingresso nelle nostre acque”.

In serata lo stesso Salvini ha fatto sapere che il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, non ha firmato il divieto all’ingresso nelle acque territoriali per la Open Arms. Secondo fonti del Viminale “la scelta non sorprende, visto che la titolare della Difesa ha ordinato alle navi della Marina Militare di scortare verso il nostro Paese l’imbarcazione spagnola”.

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