ESCLUSIVO/ Nuova svolta nel giallo della morte di DENIS BERGAMINI. Sentiti dal pm i calciatori del Cosenza di 30 fa. Spunta un quarto indagato?

di PAOLO OROFINO* Proprio nei giorni in cui il Cosenza riconquistava il posto in Serie B, il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, sentiva, ad uno a uno, tutti i giocatori di quel grande Cosenza di tren’anni fa, arrivato ad un passo dalla Serie A, di cui faceva parte Denis Bergamini, il calciatore morto in circostanze misteriose, in una sera d’autunno del lontano 1989.

Vicenda mai del tutto chiarita e che tutta Italia conosce per i continui colpi di scena che i media hanno raccontato ogni volta che qualcosa di nuovo arrivava a smentire o (più spesso) a confermare sospetti mai
sopiti.  Una vicenda rimasta impressa nella mente dei compagni di squadra di Bergamini, fra i quali spicca il nome di Michele Padovano. Una morte che rimane ancora avvolta da tanti enigmi che la magistratura, dopo una lunga fase di oblio, sta tentando di risolvere.

E a breve potrebbero esserci nuove determinazioni del magistrato inquirente, che dopo le due precedenti inchieste archiviate nel corso dei trent’anni, ha riaperto il caso che sembrava ormai definitivamente chiuso.

Lo scorso mese di ottobre c’è stata una prima svolta: la superperizia (vedi allegato 1) richiesta  dal procuratore Facciolla (foto) ed eseguita con metodologie moderne sulla salma riesumata del calciatore. Ha sorprendentemente fornito elementi che non collimano con la tesi del suicidio. I medici legali nella loro relazione scrivono, infatti, di una morte avvenuta per soffocamento. E ciò mette, inevitabilmente, in crisi l’ipotesi secondo cui Bergamini si sarebbe tolto la vita buttandosi sotto un camion in transito sulla statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico, sulla costa ionica della provincia di Cosenza.

I periti affermano che gli esiti del nuovo esame autoptico (c’era già stata un’autopsia nel corso della prima inchiesta) sono compatibili con una differente dinamica: Bergamini quando è finito sotto le ruote del camion era già morto o privo di sensi per un antecedente soffocamento. Gli inquirenti, sulla base di tale conclusione, sospettano che il calciatore sia stato prima soffocato e  poi sia stato buttato sotto il camion per inscenare un suicidio.

Anche i Ris di Messina, nel 2012, durante la seconda inchiesta, erano arrivati ad una analoga ricostruzione: esaminando le scarpe e l’orologio che il giocatore indossava al momento dell’impatto con il camion in marcia, avevano rilevato che non c’erano segni di trascinamento sull’asfalto. Difficilmente le scarpe e l’orologio di una persona investita e trascinata da un veicolo non subiranno il pur minimo segno per il conseguente attrito sul bitume.

Il risultato della superperizia, trattato tra l’altro in sede di incidente probatorio dinanzi al gip (vedi allegato 2), ha dato linfa all’inchiesta ter sulla morte di Denis Bergamini. La Procura di Castrovillari ha iscritto perciò nel registro degli indagati tre persone: due accusate di omicidio volontario in concorso (l’ex fidanzata del calciatore e l’autista del camion) ed una terza (un poliziotto, attuale marito dell’ex fidanzata di Bergamini) per favoreggiamento personale.  Ma potrebbe spuntare pure un quarto indagato.

Qualche mese fa sono stati sequestrati i telefoni cellulari dei due coniugi indiziati e la Procura è in attesa di ricevere i dati contenuti nei due apparecchi. I consulenti tecnici, per la complessità di determinati accertamenti richiesti dal pm, hanno chiesto un mese in più del previsto per la conclusione delle loro verifiche. Dopodiché potrebbe arrivare la nuova svolta. (nella foto sopra: Donata Bergamini, che da trent’anni si batte per avere la verità sulla morte del fratello)

*Paolo Orofino

 

 

ALLEGATO 1: LA SUPERPERIZIA

PERIZIA GIP BERGAMINI (Prof Crisci)

ALLEGATO 2: L’INCIDENTE PROBATORIO 

1a parte_udienza gip incidente probatorio 29.11.2017

2a parte -2

 

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