Si crede Ronaldo. Ma è solo Renzi

di NUCCIO FAVA* – Appare nella sua forma migliore Matteo Renzi, alle prese su una questione che ha fatto via via ingigantire e diventare sempre più inestricabile. Il problema della prescrizione è questione seria, di rilievo costituzionale e non può essere maneggiato come grimaldello di contrapposizione strumentale da una parte e dall’altra. Paradossalmente, il ministro 5stelle Bonafede è apparso più cauto e ragionevole, tenuto anche conto di settori pentastellati che spingevano fortemente per irrigidimenti e prove di forza. Ma è la posizione di Italia Viva che alla fine si rivela con carattere di strumentalità e di messa a rischio per gli equilibri del governo del Paese.

Già questo nel contesto non semplice della situazione attuale e delle gravi urgenze per quanto riguarda tutti i principali problemi economici e sociali del Paese (con urgenza prioritaria per l’occupazione , il Mezzogiorno, le famiglie e il lavoro) dovrebbero fare seriamente riflettere sulla plausibilità di una iniziativa che potrebbe aprire una crisi senza soluzione, a meno che non si voglia forzare per colpire in modo pesante il movimento dei 5stelle e illudersi di poter più o meno raccoglierne le eventuali risultanze.

Non mi pare si tratti di operazioni politiche, se così vogliamo definirle, degne di questo nome e destinate a portare frutti in una situazione che resta oltremodo precaria anche dopo il voto in Emilia Romagna e nella prospettiva del prossimo voto in altre regioni. Il quadro resta straordinariamente precario e le abilità manovriere di Conte non sono infinite né di per sé sufficienti, anche se hanno ottenuto miglioramenti consistenti nel rapporto diretto con l’opinione pubblica e la personale presenza in vicende di crisi o di dolore che esigevano giusta e necessaria la presenza fisica del presidente del Consiglio.

Anche l’invito ripetuto a riprendere con convinzione una nuova fase di operosità e di indirizzi programmatici – compresi fisco e debito pubblico – impone alle forze di governo di muoversi su un terreno impegnativo e cruciale, non di mera propaganda e di mera rincorsa elettoralistica. Sta forse qui una delle tentazioni che travagliano la confusa iniziativa di Renzi, attratto come al solito soprattutto dal suo destino personale di condottiero  insofferente ad ogni capacità  di confronto e di dialogo sganciato dal prevalente interesse personale e di gruppo. Fortunatamente finora pare reggere la prospettiva e la consapevolezza del Pd e della sua enorme responsabilità nella tenuta dello stesso quadro democratico.

*Nuccio Favapresidente della sezione italiana dell’Associazione giornalisti Europei,  è stato direttore del Tg1 e del Tg3 e delle Tribune elettorali Rai

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