Avevamo ragione nel pronosticare una domenica calcistica con botti di Capodanno anticipati. Prima e dopo la sosta per le festività natalizie succede sempre in Serie A: storia e statistiche sono state confermate. Merito della disastrata Lazio di Pioli: il tecnico dei biancocelesti prima del posticipo che ha chiuso le danze della 17° giornata, era a un passo dall’esonero. Vittoria al Meazza contro l’Inter capolista e campionato sempre più in equilibrio. Adesso, per la lotta scudetto ci sono 5 squadre racchiuse in 4 punti. Dai 36 dei nerazzurri ai 32 della Roma. A 35 punti troviamo Napoli e Fiorentina, a 33 la Juve. Il 2015 della Serie A va dunque in archivio gettando delle basi molto interessanti in vista della ripresa fissata per l’Epifania 2016. La corsa delle “magnifiche 5” è sempre più appassionante. Perchè il torneo si conferma in versione “Ciapa no”. Chi balza al comando soffre subito di vertigini e si fa raggiungere dalle altre. E’ successo a tutte, tranne la Juventus partita in ritardo ma tornata a -3 dalla vetta grazie a uno straordinario filotto di 7 vittorie. Oggi bianconeri corsari nel “lunch match” in casa del Carpi. L’incredibile “remuntada” della Vecchia Signora continua.
Il fattore “Culovic” per una sera abbandona il “Mancio”. Gli episodi decidono un brutto posticipo in quel di San Siro. Peggiore in campo: Felipe Melo, autore dell’ingenuo fallo da rigore che spiana la strada alla Lazio nei minuti finali del match: Handanovic pararigori era, pararigori rimane anche se Candreva sulla ribattuta del portiere sloveno ribadisce in rete. Per Melo poi arriva pure l’espulsione a causa di un colpo da Kung Fu rifilato a Biglia. Un colpo al limite del codice penale. Insomma, la solita Inter muscolare, senza gioco e senza idee; stavolta non assistita dalla “Dea Bendata” che in genere protegge Roberto Mancini. E la stangata di Natale è servita (nella foto Afp-Gazzetta.it: il primo gol di Candreva).
Higuain scatenato a Bergamo, splende la Viola, un brodino per la Roma. Il solito “Pipita” ritrova la consueta verve e con una doppietta trascina il Napoli che cala un tris in casa Atalanta. Higuain ora capocannoniere con 16 reti in 17 partite: un ruolino di marcia pazzesco. Gli azzurri rialzano la testa dopo aver collezionato un solo punto nelle ultime due gare. Col classico risultato “all’inglese” (2-0), la Fiorentina al Franchi liquida senza problemi il Chievo. In un Olimpico sempre più vuoto e surreale, una brutta Roma supera un irriconoscibile Genoa. Sblocca Florenzi che poi corre ad abbracciare Rudi Garcia seguito anche da altri compagni. Ma, Florenzi a parte, non ci è sembrato un abbraccio di gruppo, bensì, un gesto pieno di ipocrisia. Quasi sicuramente dopo questa minestrina calda, Pallotta rinnoverà la fiducia al tecnico. I problemi in casa romanista però restano tanti e non sarà certo la sosta per le vacanze a guarire una squadra allo sbando e priva di identità. Peraltro, Edin Dzeko sta diventando un autentico caso. Oggi per il bosniaco tanti errori e un cartellino rosso.
Il Milan risale e Mihajlovic mangia il panettone, prima vittoria per Montella con la Samp. Il sofferto successo in casa del Frosinone consente ai rossoneri di restare in qualche modo sulla scia delle prime 5. E soprattutto consente a Miha di evitare l’esonero. Come nel caso della Roma, però, anche per il Milan i problemi di sempre restano. Il gioco continua a latitare. A Marassi contro il Palermo Vincenzo Montella può festeggiare la prima vittoria da allenatore della Sampdoria.
La lotta salvezza. Il Verona al Bentegodi strappa un pareggio contro il Sassuolo, muove la classifica ma rimane fanalino di coda con 8 punti. Il Carpi resta a 10, il Frosinone a 14. Le sconfitte di Bologna (19 punti), Palermo (18) e Genoa (16) lasciano comunque tutto immutato. Tre punti pesanti li ottiene invece l’Udinese in casa del Torino. Un’altra mazzata per il Toro dopo il poker subito nel derby di Coppa Italia con la Juventus. La ripresa è fissata per la Befana, turno infrasettimanale mercoledi 6 gennaio; penultima giornata del girone d’andata. Volatona di gruppo per il titolo di “campione d’inverno”. Un titolo platonico ma che storicamente e statisticamente, vale mezzo scudetto.
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