Sulla manovra economica del governo sono scintille tra Mattarella e Salvini con Di Maio più cauto, ma anche tra Boccia e Calenda. Il Pd in piazza a Roma

di ROMANO LUSI – Visto che i cosiddetti mercati tacciono per il «ponte» di fine settimana, nelle polemiche sulla manovra economica varata dal governo Conte-Di Maio-Salvini con una previsione di deficit al 2,4% del Pil sono scesi in campo oggi il presidente della Repubblica, Mattarella, e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, con la partecipazione dell’ex ministro Calenda, che non perde occasione per tacere, e di Berlusconi per festeggiare i suoi 82 anni. E oggi, domenica, è prevedibile che anche l’ex capo del governo Matteo Renzi approfitterà del raduno indetto dal Pd in piazza del Popolo a Roma per tentare di guadagnarsi uno spazio sul proscenio.

Il là lo ha dato il titolare del Quirinale, il quale ha approfittato nientemeno di una comparsata  all’iniziativa “Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione Italiana” per ricordare allusivamente che «la Costituzione italiana  all’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci», aggiungendo che «avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e per il loro futuro”.

La prima reazione alle sue esplicite allusioni è arrivata a stretto giro di posta dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini , che non ha usato mezzi termini per contestare Mattarella. Parlando alla festa della Lega a Latina, Salvini ha replicato: «Stiamo smettendo di governare il Paese da servi. La manovra economica stavolta la facciamo da Roma e per gli italiani». Dopo aver promesso che sarà cambiata la legge Fornero, ha rincarato la dose: “questo lo devono capire a Bruxelles, a Berlino e anche in qualche colle di Roma…La Costituzione impedisce forse di cambiare la legge Fornero, di ridurre le tasse alle partite Iva e alle imprese, di aumentare le pensioni di invalidità, di assumere migliaia di poliziotti, carabinieri e pompieri, di aiutare i giovani a trovare un lavoro? Non mi pare”. E, visto che c’era, ha aggiunto di essere “d’accordo sull’elezione diretta del presidente della Repubblica e sull’elezione dei magistrati”. Concludendo: “Se a Bruxelles mi dicono che non lo posso fare me ne frego e lo faccio lo stesso”.

Subito dopo è stata la volta dell’altro vice presidente del  Consiglio, Luigi Di Maio, che ha usato toni più pacati: “Mattarella non deve preoccuparsi. Questa ‘manovra del popolo’ ha proprio la finalità di creare le condizioni per poi poter ridurre questo debito. Oltre 2300 miliardi di euro di debito pubblico creato proprio dagli stessi che ora hanno pure la faccia di parlare. Sono anni che si fanno manovre contro i cittadini a favore delle banche in deficit. Per una volta che il deficit lo si fa per dare ai più deboli, sono tutti pronti a criticare. Conti in ordine sì, ma senza austerità e tagli lineari che hanno già dimostrato – non solo in Italia – di essere una ricetta fallimentare. Sarà la prima manovra espansiva dopo anni di grandi sofferenze per il nostro Paese».

Ma a surriscaldare ulteriormente il clima è arrivato il discorso del presidente di Confindustria,Vincenzo Boccia. “Di questo governo – ha detto –  crediamo fortemente nella Lega, è una componente importante, qui non si tratta di regionalità ma di risposte vere ai cittadini. Abbiamo grandi aspettative nei confronti della Lega – ha aggiunto Boccia, parlando con i giornalisti al termine dell’assemblea – c’è un rapporto storico di molti nostri imprenditori con i Governatori della Lega in Veneto, in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia. C’è una storia di complessità, di confronto serrato che abbiamo con la politica locale e  ci aspettiamo che questo possa essere anche un’attenzione a livello nazionale. Non solo alle nostre questioni categoriali – ha concluso – ma all’interesse di tutto il Paese”.

Non poteva mancare a questo punto il tweet dell’ex ministro allo Sviluppo, Carlo Calenda: «La Confindustria è ufficialmente leghista. Chissà se le imprese credono anche nel piano B, nel trasformare l’Italia in una democrazia illiberale, nello spread fuori controllo, etc. Mai un presidente aveva fatto un endorsement così a un partito politico. Vergognoso».

Immediata la caustica controreplica di Boccia: «Ha parlato di una Confindustria appiattita e non ha avuto parole tenere nei nostri confronti. In realtà Calenda non è neanche in grado di organizzare una cena a casa sua con i compagni di partito».

In realtà il presidente di Confindustria  non aveva firmato cambiali in bianco al governo. Anzi aveva detto che  «è opportuno da parte del governo spiegare quanto prima cosa intende fare e quale strada intraprendere, pena il rischio di abbassamenti in Borsa e aumenti dello spread. Rispetto alla manovra – ha aggiunto Boccia – non siamo stati ostili, non è un punto in più o in meno che fa la differenza, ma nella manovra devono esserci risorse anche per la crescita e per l’occupazione, non possono bastare le novità annunciate in questi giorni».

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