Sul mercato dei voti Renzi dice: “niente promesse”, poi offre un bonus da 80 euro moltiplicato per tre. Speculazione sui vaccini

Esordisce annunciando: “Noi non facciano promesse!“. Poi sfodera il proposito di elargire alle famiglie un “bonus” per i figli moltiplicato per tre, cioè promettendo, moltiplicato per tre, un bonus da 80 euro (col quale comprò i voti alle elezione europee del 2014). E’ il clou dell’ultima sceneggiata elettorale di Matteo Renzi, quella allestita a Bologna per la presentazione del programma elettorale del Pd, preparato in versione integrale, in versione ridotta e in versione mignon e affidato all’economista della combriccola, Tommaso Nannicini, perché a Lui veniva da ridere.

L’esibizione bolognese è stata accompagnata da due appendici: innanzitutto uno sdegnato riferimento polemico al rilievo dato dai media alla faccenda del braccialetto di controllo ideato per i propri dipendenti dal padrone di Amazon, il signor Bezon, che ha indicato genericamente come “un importante imprenditore” (ma non ne ha fatto in nome perché con lui ha buoni rapporti personali).  In secondo luogo un attacco alla sindaca M5s di Roma, additata al pubblico disprezzo per aver trasmesso al ministero della Sanità la richiesta – votata all’unanimità dal Consiglio comunale di Roma (quindi anche dal gruppo Pd capeggiato dalla consorte del ministro Franceschini e dalla destra), e conforme a quella avanzata dall’Associazione nazionale dei comuni, presieduta dal sindaco Pd di Bari – di non allontanare dalle scuole il 10 marzo i bambini che entro quella data non fossero riusciti a fare le 11 vaccinazioni, e non per colpa delle famiglie.

Naturalmente, nei telegiornali Rai, Mediaset e Sky ampia risonanza alla propaganda del “Bomba” fiorentino. L’Agicom non ha nulla da obiettare? Per carità! Avanti così fino al 4 marzo! Come accadde due anni fa fino al 4 dicembre, giorno della bocciatura del referendum sulla riforma costituzionale.

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