Kosta K. è il nome del ragazzo 14enne, allievo al settimo anno della scuola primaria, autore della strage. “Aveva pianificato il suo gesto da almeno un mese” ha detto il capo della polizia della capitale Veselin Milic, durante la conferenza stampa. Ed ha aggiunto che il ragazzo aveva con sé un elenco di compagni di scuola da uccidere.
E’ stato lo stesso pluriomicida a chiamare la polizia informandola di aver compiuto la strage, ma non ha spiegato il motivo. Ha usato una pistola calibro nove, di proprietà del padre, ma disponeva anche di 4 quattro bottiglie molotov. La polizia serba ha arrestato anche il padre del pluriomicida, che deteneva legalmente la pistola usata dal figlio nella sparatoria, e il ministro serbo dell’Interno, Bratislav Gasic, ha affermato che saranno adottate misure legali anche nei suoi confronti. Intanto è stato arrestato.
Due le pistole che sono state trovate in dotazione del giovanissimo pluriomicida: una in uno zaino e l’altra usata per commettere la strage, entrambe legalmente possedute dal padre, il quale ha affermato che erano chiuse in. una cassaforte dotata di codice, ma è evidente che il giovane lo conosceva”.
Il capo del quartiere Vracar di Belgrado, Milan Nedeljkovic, ha dichiarato alla stampa che anche la guardia scolastica era stata uccisa e che anche diversi studenti e un insegnante di storia erano rimasti feriti. “Voleva impedire questa tragedia ed è morto”, ha raccontato riferendosi al custode, aggiungendo che “la strage sarebbe stata probabilmente peggiore se quest’uomo non si fosse messo di fronte al ragazzo che stava sparando”.
Secondo alcuni media l’autore della strage – descritto come gentile e assiduo nello studio – era vittima di maltrattamenti e scherni da parte di alcuni compagni di scuola: di qui la sanguinosa vendetta. Ma molti abitanti della città sostengono che alcuni episodi di violenza nelle scuole in Serbia sarebbero legati anche alla crescente circolazione di sostanze stupefacenti, nonché conseguenze di reazioni a molestie di vario genere.
Davanti alla scuola, tra i genitori accorsi a recuperare i figli, anche il famoso giocatore di basket serbo Duško Savanović, ex giocatore della Dinamo Sassari, e il conduttore televisivo, Zoran Kesić.
La madre di una bambina che ha assistito alla sparatoria ha raccontato il momento in cui la figlia ha sentito i colpi di pistola. Astrid Merlini ha riferito che la figlia pensava si trattasse di fuochi d’artificio, ma poi quando ha visto la guardia di sicurezza cadere si è spaventata ed è subito corsa in classe. Così è stata lei a dire all’insegnante che stava avvenendo una sparatoria e il docente ha subito messo al riparo i bambini chiudendoli dentro la classe mentre molti degli alunni si sono poi rifugiati sotto i banchi per sottrarsi ai colpi di arma da fuoco.
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