L’Isis ha rivendicato la strage nel night di Istanbul

L’autore della strage di Capodanno al nightclub ‘Reina’ di Istanbul potrebbe provenire dallo Xinjiang, nella Cina nordoccidentale, dove risiede la comunità degli uiguri, una folta minoranza musulmana e turcofona.

È una delle ipotesi che in queste ore stanno vagliando gli inquirenti turchi. Ma osservando i tratti somatici del killer, apparso in alcune istantanee catturate dalle telecamere di sorveglianza (foto a destra), le indagini seguono anche la pista secondo cui il terrorista potrebbe essere originario della Cecenia, oppure dell’Uzbekistan o del Kirghizistan, come alcuni dei responsabili della strage di fine giugno all’aeroporto Ataturk di Istanbul. Il ministero degli Esteri kirghizo ha fatto sapere che sta indagando a sua volta su questa possibilità.

D’altro canto l’Isis ha rivendicato, tramite la sua agenzia di stampa Amaq, l’attentato al night club “Reina”, ma non ha fornito alcun dato sull’autore della strage.  Oltre che in arabo, per la prima volta, il comunicato di rivendicazione è stato diffuso dall’Isis anche in lingua turca. Nell’attentato hanno perso la vita 39 persone, di cui 24 stranieri, e altre 70 sono rimaste ferite.

Un uomo armato, presumibilmente da solo, ha fatto irruzione dopo la mezzanotte del 31 dicembre in quello che è noto anche all’estero come uno dei locali più alla moda della metropoli turca i Istanbul e ha sparato all’impazzata raffiche di mitra sulla folla che festeggiava il capodanno.  Poi si è dato alla fuga. In salvo un gruppo di italiani, a parte una giovane bresciana rimasta leggermente ferita, è uscito incolume dal luogo carneficina. Altri avventori si dono salvati gettandosi dal ponte nelle acque gelide del Bosforo.
Il killer, secondo alcuni testimoni, avrebbe urlato ‘Allah Akbar’ durante l’assalto; poi è riuscito a fuggire facendo perdere le sue tracce. Si era detto in un primo momento che era entrato nel night camuffato da Babbo Natale, ma poi si è accertato che così non era: in realtà uomini della vigilanza avevano quel costume per non farsi identificare.

Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno inquadrato un uomo vestito di nero e incappucciato che con un fucile che ha ucciso un poliziotto e una guardia all’ingresso e poi è entrato nel locale, sparando all’impazzata sui circa settecento presenti. Nella confusione il killer ha abbandonato l’arma ed è riuscito a fuggire, scatenando una gigantesca caccia all’uomo estesa a tutto il Paese, a cui partecipano almeno 17mila agenti.

Le autorità turche hanno confermato che si tratta di un unico assalitore, di cui ha diffuso delle foto. A ancora è tutto da accertare perché  altre immagini mostrano un uomo con abiti bianchi e un berretto con il pon-pon, per cui inizialmente si era pensato fosse vestito da Babbo Natale, proprio per confondersi con gli agenti di sicurezza di pattuglia nelle strade vestiti allo stesso modo. Tra l’altro, alcuni testimoni sopravvissuti alla strage hanno raccontato di aver sentito sparare da più di una persona.

Al momento, tra i 39 morti, gli stranieri sono 7 sauditi, 3 iracheni, 3 giordani, 2 libanesi, una franco-tunisina ed il marito, 2 indiani, uno da Kuwait, Libia, Siria e Israele, un ventenne belga di origine turca ed un canadese-iracheno. Tra i feriti, una settantina, alcuni versano in gravi condizioni.

Nelle ore successive all’attentato, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un allarme contro coloro che “stanno cercando di creare caos e destabilizzare il Paese” ed ha assicurato che “manterremo il sangue freddo e resteremo più uniti che mai”.