Predatori dell’etere e guastatori della democrazia e della civiltà alla commemorazione di Benigno Zaccagnini

di NUCCIO FAVA*Si potrebbe liquidare come”bravata” teppistica, messa in atto da ragazzotti frustrati  di provincia in cerca di sensazionalismo e forti emozioni. E dire che si trattava di commemorare Benigno Zaccagnini il giorno dalla nascita , il 17 aprile. Uomo semplice e schietto, medico pediatra  e partigiano, più volte ministro e capogruppo della Dc alla Camera, era stato eletto segretario democristiano in un momento difficile del partito, durante un consiglio nazionale in cui le diverse correnti non riuscivano a raggiungere un accordo dopo le dimissioni di Amintore Fanfani. Anche gli autisti erano esasperati sul piazzale Sturzo all’Eur , ironizzando nella notte sulla “balena bianca” come la definì Gianpaolo Pansa. Alla fine prevalse la soluzione suggerita da Moro con l’elezione praticamente unanime di Zaccagnini a presidente del Consiglio nazionale che avrebbe dovuto tenere l’incarico per pochi mesi.
Le cose andarono diversamente e a Zaccagnini toccò portare l’onere del pesante incarico anche durante tutta la tragedia del rapimento e dell’assassinio di Moro con uno strazio anche umano e religioso a cui ho assistito personalmente più volte.
Non mi è mai capitato di conoscere un politico così pienamente assorto nel suo impegno come l’onorevole Zaccagnini e credo che questo aspetto così forte e straordinario colpisse soprattutto i giovani e le ragazze che nel suo nome volevano impegnarsi in politica.
Analogo spirito e motivazione era alla base del ricordo che era stato programmato in Romagna a pochi chilometri  da Ravenna per riflettere e trarre inspirazione per un rinnovato impegno al servizio della comunità . Era previsto l’intervento del cardinale Matteo Zuppi, di Guido Bodrato, di Castagnetti, del senatore Preda e di Rosy Bindi, oltre a numerosi interventi. Però, quasi incredibile a raccontarsi e provandone comunque grande vergogna e profonda amarezza, l’incontro attraverso la piattaforma Zoom è stato reso impossibile per continue interruzioni, volgarità e sconcezze. Un piccolo-grande esempio dei rischi che corre la nostra vita democratica per l’uso volgare e criminale che gli stessi strumenti di comunicazione che dovrebbero rappresentare uno strumento di incivilimento e accrescimento dell’informazione e del dialogo possano trasformarsi in forme di degrado e di corruzione della nostra vita civile.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornali Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune elettorali della Rai

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