Oltre un centinaio di migranti annegati nel naufragio di due imbarcazioni al largo della Libia. Salvini vieta i porti alla nave della Guardia Costiera con i 130 superstiti a bordo

(foto Ansa-AP di Hazem Ahmed)

Sono decine i corpi recuperati dalla Guardia costiera libica all’indomani del naufragio di due imbarcazioni al largo delle coste libiche. Lo riferiscono le autorità di Tripoli, secondo le quali sono ancora 116 i dispersi nel naufragio di ieri.

Intanto, l’Unhcr denuncia che 84 sopravvissuti al disastro sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Tajoura, nei pressi di Tripoli, lo stesso del bombardamento aereo di inizio mese in cui rimasero uccisi almeno 50 rifugiati.

“La sofferenza di queste persone è difficile persino da immaginare. Non ci sono parole per descrivere quanto stanno soffrendo”, racconta intanto Anne-Cecilia Kjaer, di Medici senza Frontiere, che ha assistito i superstiti del naufragio.

“Un uomo originario del Sudan, recuperato in mare, ci ha detto di aver visto sua moglie e i suoi figli affogare. Era totalmente disorientato”.

Altri hanno raccontato di aver lasciato le coste libiche la sera di mercoledì, al tramonto, a bordo di tre barconi legati l’uno all’altro.

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