MOSTRO DI FIRENZE/ Sul processo relativo ai delitti del serial killer che insanguinò Firenze e dintorni dal 1968 al 1985, è stata presentata una nuova richiesta di revisione. Ma l’elemento cardine su cui si basa è vecchio

di MARCO VALERIO/ Da un po’ di tempo la tendenza giudiziaria è quella di chiedere la revisione di vecchi processi. Ovviamente il caso del serial killer che insanguinò Firenze e dintorni dal 1968 al 1985 non poteva non avere la sua richiesta. Una richiesta di revisione peraltro già presentata nel 2004 dai legali di Mario Vanni, all’epoca Marazzita e Filastò. Una nuova istanza è stata presentata e stavolta presso la Corte d’Appello di Genova. L’udienza per inammissibilità della stessa istanza depositata è stata rinviata al 13 giugno prossimo. Elemento cardine della richiesta è il solito annoso problema della retrodatazione del delitto di Scopeti. Argomento già trattato e ampiamente discusso dai media nel settembre del 2015 e dallo studio entomologico sulle larve.

Un problema già evidenziato dai media ben 10 anni fa oltre che giudiziariamente nel 2004. Ricordiamo che una richiesta di revisione del processo deve avere come base giuridica l’elemento di novità. Gli avvocati di Paolo Vanni, nipote dell’ex postino “compagno di merende” hanno illustrato i contenuti su alcuni organi d’informazione. In particolare sul quotidiano “La Nazione”. Lo stesso giornale fiorentino peraltro evidenzia come l’elemento basico della richiesta sia quello che riguarda lo studio entomologico delle larve. Recentemente inoltre, è stato presentato un esposto-denuncia presso la Procura di Roma e all’Ordine degli avvocati, anche per il consulente dei legali di Vanni, Mazzeo e Biscotti.

L’esposto sul consulente. In pratica, Francesco Cappelletti si sarebbe non solo vantato di essere avvocato (ne parla anche l’ex magistrato e pm Giuliano Mignini), ma anche di aver sostenuto delle lezioni-convegno presso un’università privata romana. Proponendosi con il titolo di avvocato, stando a quanto si legge sulle due locandine dei corsi. Non si placano dunque le polemiche tra parenti dei familiari delle vittime del Mostro di Firenze, avvocati e Procura. Dopo il presunto conflitto di interessi dei legali del parente del condannato, spunta un presunto consulente segnalato alla Procura di Roma e all’ordine forense. L ipotesi è di usurpazione di titolo forense.

Commenta per primo

Lascia un commento