Morto improvvisamente nella notte il giornalista ANDREA PURGATORI, già cronista del “Corriere della sera”, e fino a ieri autore instancabile per La7 delle inchieste di punta sui misteri italiani. LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN’INCHIESTA

E’ morto improvvisamente nella notte a Roma il giornalista Andrea Purgatori mentre andava in onda su La7 il suo annuncio (registrato il giorno precedente) della nuova inchiesta in programma questa sera sull’emittente di cui era diventato un collaboratore di pregio sui casi più scabrosi ed eclatanti della realtà italiana, ultimo quello sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

La tristissima notizia è stata data all’Ansa dai figli Edoardo, Ludovico, Victoria e dalla famiglia rappresentata dallo studio legale Cau.

Per anni al Corriere della Sera, dove si è occupato di terrorismo, intelligence, criminalità, fin dai tempi in cui era stata aperta l’edizione romana di quel quotidiano, si era  dedicato in questi anni tra l’altro con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di straordinaria professionalità di tanti reportage, ha condotto con successo, su La7, la serie di  inchieste storiche incalzanti sotto la testata Atlantide.

Docente di sceneggiatura anche alla scuola di costumi deòla Pistolese, consigliere degli autori, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al docufilm  Vatican Girl sul caso di Emanuela Orlandi.

La direzione e la redazione de “l’Altro quotidiano” si associano al lutto dei famialiari

INIZIATIVA DELLA PROCURA: INCHIESTA SULLE CAUSE DELLA MORTE

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo in relazione alla morte di Andrea Purgatori. Il procedimento è stato aperto dopo una denuncia della famiglia su presunte cure sbagliate. I pm di Roma disporranno l’autopsia e acquisiranno le cartelle cliniche.  Gli atti istruttori serviranno ad accertare se la diagnosi e le conseguenti cure siano state corrette ed adeguate.

Purgatori, che aveva una grave forma tumorale, era stato in cura in una nota clinica romana. Nella denuncia la famiglia chiede di “accertare la correttezza della diagnosi”.  In particolare i familiari del giornalista chiedono verifiche sulla diagnosi “refertata in una nota clinica romana – è detto in una nota – e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”.

Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati – informa l’AGI – nel procedimento aperto dalla procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, dopo una denuncia presentata dai familiari. Nei confronti dei due, che operano in una struttura di diagnostica della Capitale, l’ipotesi di accusa è di omicidio colposo. Saranno sequestrate le cartelle cliniche del giornalista, deceduto il 19 luglio scorso in un ospedale romano dopo quella che è stata definita “una breve e fulminante malattia“.

L’atto sarà eseguito dai carabinieri, coordinati dai magistrati romani, presso le cliniche dove il giornalista era in cura per un tumore ai polmoni e alcuni problemi celebrali. Ed è proprio su quest’ultima patologia medica che si concentrano le indagini della procura. Sarà infatti fondamentale chiarire se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie nella prima clinica che ha seguito il giornalista. Nel corso dei successivi accertamenti medici avvenuti in un’altra struttura della Capitale, non sarebbero però emerse metastasi.

Aveva 70 anni. Stroncato da una malattia fulminante. Le sue inchieste, dalla stagione del terrorismo al caso Orlandi, hanno fatto la storia del giornalismo italiano

A parere dei medici, infatti, le lesioni sarebbero state invece segni di un’ischemia. Per questo, nelle scorse ore, i familiari hanno ipotizzato errore nella diagnosi e  cure sbagliate. Il primo passo per fare luce sulla vicenda sarà l’autopsia che, molto probabilmente, sarà effettuata nella giornata di lunedì.

Se l’esame confermerà la presenza di metastasi l’indagine potrebbe andare verso un’archiviazione, ma in caso contrario si potrebbe aprire una battaglia vera e propria tra medici legali, consulenti e periti di settore. Gli accertamenti non saranno rapidi e ci vorrà del tempo. Intanto i magistrati ascolteranno tutte le persone coinvolte: i medici che, dal 24 aprile al 19 luglio, hanno seguito Andrea Purgatori. Al momento i legali della famiglia del giornalista – gli avvocati Gianfilippo Cau e i colleghi  Alessandro e Michele Gentiloni Silveri – preferiscono non aggiungere altro al comunicato  nel quale si richiedeva appunto alla Procura di Roma di accertare “la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”. Quando si parla di ‘cura prescritta’ si fa riferimento a una pesante radioterapia al cervello con cui è stato trattato il giornalista.

Commenta per primo

Lascia un commento