“MARCZIANO” DI SPAGNA/ A Jerez trionfa Marquez. Patatrac Honda-Ducati: fuori Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa. Sul podio Zarco e Iannone, Valentino Rossi solo 5°

di MARCO VALERIO/ Il patatrac arriva a 8 giri dalla fine. Lo servono Pedrosa, Lorenzo e Dovizioso, in lotta alle spalle di Marquez: i 3, clamorosamente,  riescono ad eliminarsi in un colpo solo alla dry sack per una staccata fatale. Fatale per la classifica (Dovizioso su Ducati), per le speranze di rinnovo in Ducati (Lorenzo), e per le possibilità di cancellare un periodo duro (Pedrosa con la Honda). Il “Marcziano” ringrazia, vince a mani basse in patria e conquista la vetta del Mondiale. A questo punto, bisogna dirlo, non sarà facile strappargli lo scettro del comando dalle mani: il livello raggiunto dalla Honda (3 vittorie in quattro gare), e le prestazioni globali anche di Pedrosa e Crutchlow, rendono il campione del mondo in carica quasi inattaccabile, almeno fino a quando la connessione testa-polso del centauro spagnolo si manterrà solida e il funambolo iberico non incapperà in eccessi. La Ducati, però, incidente a parte (investigato, ma senza alcuna sanzione), su una pista non proprio congeniale alla sua cavalleria ha fornito incoraggianti segnali di competitività: la porta del Mondiale non è chiusa per il Dovi, ma ora è molto più dura da aprire (nella foto in home page la gioia sfrenata di Marquez).

Gli altri piazzamenti del GP di Spagna a Jerez. Sul podio insieme a Marquez salgono: Zarco, 2° al traguardo e nel Mondiale, a 12 punti da Marc, e Iannone, che fa il bis, ma con ben diverso spessore rispetto al 3° posto di Austin. Segnali comunque positivi per la Suzuki, che perde però Rins per una caduta. Dietro di loro ecco Valentino Rossi, che termina 5°, anche alle spalle di Danilo Petrucci: Valentino ha faticato come era nelle fosche previsioni del team Yamaha e si è trovato a lottare nelle retrovie. Gli 11 punti incamerati sono un semplice brodino che non risolleva il team di Iwata dalle sue croniche difficoltà su certe piste, come certifica anche il 7° opaco di Vinales.
La svolta della gara. Il patatrac di cui sopra, arriva a 8 giri dalla fine: dopo che lo aveva già attaccato senza successo, Dovizioso entra deciso su Lorenzo e va lungo, con il maiorchino che gli sfila alle spalle e chiude verso la corda mentre si sta infilando Pedrosa. Contatto inevitabile, Dani disarcionato (per fortuna senza altre conseguenze sulla mano fratturata e operata di recente) e capitombolo che coinvolge lo stesso forlivese. Tutti nella sabbia. A gesticolare di rabbia per la grande occasione svanita. Difficile attribuire colpe precise, anche se il Dovi è superbo nello svelenire il clima parlando di “incidente di gara in cui però serviva, soprattutto da parte di Dani, maggiore attenzione”. Peccato, perché dopo un inizio di gara piuttosto tattico, si era formato un bel quartetto, una doppia coppia Ducati-Honda a lottare al vertice, e a combattere ad armi quasi pari. Premessa di uno spettacolo che potrebbe rinnovarsi a breve e che alimenta i rimpianti della “rossa” di Borgo Panigale.

Lo spunto al via premia Lorenzo. Unico con una gomma soft all’anteriore, lo spagnolo Ducati precede Pedrosa, Zarco, Crutchlow e Marquez; quest’ultimo in 3 giri è già secondo con un bellissimo attacco al compagno Dani. Zarco sbaglia e arretra, mentre Rins e Crutchlow fanno peggio, sdraiandosi mentre erano, rispettivamente, 5° e 4°. Grossi rimpianti per entrambi. All’8° giro finisce la fuga di Lorenzo: Marquez passa, ma non prende il largo perché le Ducati reggono abbastanza bene alle sue spalle. Nemmeno un’intraversata da brividi (13° giro) sulla ghiaia della caduta di Luthi frena Marc, che allunga deciso mentre alle sue spalle la lotta in casa Ducati si accende. Un primo attacco di Dovizioso è un fuoco di paglia, al successivo scoppia l’incendio. Che potrebbe lasciare bruciature e piaghe sulla pelle di tutti. Mentre Marquez, evidentemente munito di tuta ignifuga, prende il largo nel Mondiale.

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