L’ULTIMO “APPROCCIO” DI GIORGIA MELONI

di ENNIO SIMEONE La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non perde occasione per aggrapparsi al termine approccio o al verbo approcciarsi quando deve affrontare situazioni o decisioni su cui non ha alcuna idea di come cavarsela, convinta, probabilmente, di attenuare così i danni che ha combinato o che si accinge a combinare o che teme di poter combinare. In fondo – a sua discolpa in questi i casi – potrà sempre dire poi: “Ma era solo un approccio“, “Mi sono solo approcciata“.

Le ultime due volte, nei giorni scorsi, ha usato questo termine al ritorno da una delle sue spedizioni nei paesi (come il Marocco) dai quali arrivano masse di migranti, decuplicate rispetto al passato, verso le coste italiane: paesi ai quali promettiamo soldi in cambio di un ipotetico freno dei flussi migratori, ancor più recentemente, nell’annunciare l’abolizione del reddito di cittadinanza a 169.000 capifamiglia che lo ricevevano in quanto disoccupati, pur essendo fisicamente in grado di lavorare perché il lavoro non lo avevano trovato (come in Italia, e soprattutto al Sud, notoriamente accade da sempre).

Cioè alla presidente del Governo italiano Giorgia Meloni non è mai capitato di apprendere, nei suoi ramificati approcci, che in Italia esistono migliaia e migliaia di persone che non riescono ad ottenere un lavoro che venga retribuito in misura almeno decente, cioè adeguata ai bisogni elementari di una famiglia?

Ma, insomma, con chi si approccia la onorevole Meloni nella sua attività di capo del governo italiano e del partito di maggioranza, “Fratelli d’Italia”? Si approccia solo con il suo collega (si fa per dire) Matteo Salvini o anche con il suo avversario-alleato Matteo Renzi, entrambi impegnati, in sintonia, a denigrare indistintamente i percettori del reddito di cittadinanza e ad attaccare – con la squallida arma dell’inchiesta parlamentare – l’ex presidente dell’Inps, Tridico, che, pur disponendo di mezzi di controllo limitati, ha bloccato l’erogazione del reddito di cittadinanza a quegli imbroglioni che, come è stato riferito con ampio rilievo dagli organi di informazione e dalla Guardia di Finanza, erano riusciti a farselo attribuire falsificando i documenti?

P.S. A proposito di “approcci”: ai 169mila percettori del Reddito di cittadinanza ai quali il sussidio è stato tolto perché, anche se tuttora disoccupati, sarebbero in condizioni di lavorare (qualora un datore di lavoro glielo offrisse),  la notizia è stata comunicata con uno scarno sms così formulato: «Domanda di Rdc sospesa come previsto dall’articolo 13 del DL 48/2023 conv. Legge 85/2023.  In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali». E’ una sorta di scioglilingua, ma va annoverato degnamente nella serie di “approcci” inaugurati dalla disinvolta signora Meloni.

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