L’evoluzione delle cure per l’epatite C in un workshop a Padova

Si è tenuto presso l’Azienda Ospedaliera di Padova un workshop dedicato all’epatite C con focus sulla Regione Veneto, che ha riunito un parterre di esperti tra cui Paolo Turri, responsabile Assistenza Specialistica Regione del Veneto, che ha riferito nel suo intervento alcuni dati: i pazienti trattati da gennaio a settembre 2016 sono stati 1.625 con una media mensile di 210. Quelli in attesa di essere trattati ed eleggibili ai criteri AIFA sono 640 e ulteriori 1.460 sono già noti ma non rientrano in questi criteri. Sta per essere attivato un programma di sensibilizzazione verso i Centri e i MMG per intercettare i pazienti meno gravi.

La spesa lorda sostenuta per i farmaci di epatite C da gennaio a luglio 2016 è stata di 184.816.000 euro di cui la spesa reale 113.616.000 euro. Nello specifico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, i pazienti trattati da Registro AIFA sono stati 933.

Alfredo Alberti, epatologo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Padova, ha spiegato che negli ultimi due anni la terapia della epatite C, che rappresenta la principale causa di cirrosi, di tumore del fegato e di trapianto epatico in Italia e nel Veneto,  è stata rivoluzionata dalla introduzione dei nuovi antivirali orali, di altissima efficacia e tollerabilità. “In Veneto, da gennaio 2015 ad oggi, sono stati trattati con questi farmaci oltre 3.500 pazienti con malattia avanzata , in vari casi già scompensata, ottenendo la eliminazione definitiva del virus in oltre il 90% dei casi, con importanti benefici clinici, come anche documentato da una piattaforma regionale: la piattaforma Navigatore, che registra tutti i trattamenti nella rete dei Centri Clinici del Veneto. L’obiettivo è ora quello di estendere le cure anche a pazienti meno gravi, che sono in attesa di queste terapie innovative, in un programma che preveda il riconoscimento precoce della malattia e allarghi progressivamente il diritto di accesso per un numero di pazienti che in Veneto è stimato essere di almeno 10.000 per i casi già diagnosticati e verosimilmente altrettanti da identificare. Questi nuovi scenari prevedono un coinvolgimento attivo e una task force con MMG, clinici e altri attori del sistema”, ha concluso Alberti.

Stefano Campostrini, professore ordinario di statistica sociale e direttore della scuola dottorale presso l’Università Cà Foscari di Venezia, ha dichiarato che “il caso dei nuovi farmaci per la cura dell’epatite C è assolutamente paradigmatico, imponendo soluzioni innovative che, da un lato rispettino i diritti di salute dei cittadini e i principi di equità, dall’altro non “sbanchino” il sistema al di là della “negoziazione” con le case farmaceutiche, vanno pensati e attuati meccanismi efficienti che offrano equamente  le cure partendo da chi ne ha più bisogno e che si basino, a mio avviso, su queste tre principali caratteristiche: piena comprensione dell’evoluzione clinica della patologia e della sua epidemiologia, attento controllo degli effetti di cura e degli effetti collaterali, apertura studio e sostegno del mercato delle nuove molecole”.

Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus si augura che lo stanziamento di risorse per la cura dei pazienti con epatite C, annunciate dal presidente del Consiglio e dal ministro della Salute, siano confermate al 100% e soprattutto il fondo per i farmaci innovativi sia rifinanziato automaticamente tutti gli anni sino ad esaurimento dei pazienti da curare.

Queste misure consentirebbero nell’eliminare le barriere di accesso ai nuovi farmaci innovativi a beneficio di oltre 150.000 pazienti che al momento sono esclusi e che sempre più spesso si recano in India per acquistare i farmaci generici. Questo esodo di massa può essere  fermato con un piano nazionale di eradicazione, concertato con le regioni e ci auguriamo che la Regione Veneto sia in prima linea – come sinora ha fatto in modo esemplare –  per garantire farmaci a tutti i pazienti.

Silvia Adami, Unità Organizzativa Farmaceutico Protesica Dispositivi Medici Regione del Veneto, ha dichiarato che in linea con quanto previsto dal Piano socio-sanitario delle Regione Veneto, “i centri della regione autorizzati alla prescrizione dei farmaci per l’epatite C sono stati organizzate a rete secondo Hub & Spoke. I centri Hub cui compete la prescrizione, la distribuzione e il monitoraggio della terapia con i DAAs e i centri Spoke che interagiscono con il centro Hub della propria area riferendo a  questo i casi eleggibili alla terapia con i DAAs”. Questa rete consente da un lato la massima facilità di accesso ai servizi da parte dei cittadini e dall’altro la prevenzione e l’attento monitoraggio di gravi complicazioni derivanti dall’utilizzo dei nuovi farmaci. Attivare la rete di collegamento con i centri spoke e i MMG per attivare un percorso che consenta di intercettare i pazienti che necessitano di cure.

Domenico Crisarà, segretario FIMMG Veneto, ha definito di fondamentale importanza la necessità che la medicina di territorio, partendo dai MMG,  abbia un’evoluzione in termini di collaborazione e integrazione con le reti e di comunicazione tra i vari attori operanti.

Ha portato i suoi saluti all’incontro il Direttore Sanitario Azienda Ospedaliera di Padova Daniele Donato, definendo il tema della giornata molto importante per gli aspetto economici che ne derivano e per dare una risposta più appropriata ai pazienti.

L’evento è stato realizzato grazie al contributo incondizionato di AbbVie.

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