Inchiesta sugli appalti Anas: arrestati funzionari, imprenditori e l’ex sottosegretario Meduri

La Guardia di finanza ha eseguito una serie di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Roma nei confronti di dirigenti e funzionari dell’Anas. Coinvolti nell’inchiesta, su diversi episodi corruttivi, anche alcuni imprenditori titolari di società vincitrici di appalti per importanti opere pubbliche e avvocati e un ex sottosegretario del ministero delle Infrastrutture, Luigi Giuseppe Meduri, che è stato presidente della regione Calabria alla fine degli anni 90 e poi sottosegretario nel secondo governo Prodi. 

Meduri GiuseppeI destinatari delle ordinanze sono, oltre all’ex sottosegretario Meduri,  Antonella Accroglianò (figura preminente nella raccolta delle “mazzette”, secondo gli investigatori) , Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Concetto Bosco Logiudice, Francesco Costanzo, Giuliano Vidoni.  Cinque sono dirigenti e funzionari di Anas spa della direzione generale di Roma, tre sono imprenditori titolari delle società aggiudicatrici degli appalti, poi un avvocato e l’ex sottosegretario. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri di ufficio, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio. Il gip ha disposto inoltre un sequestro nei confronti di tutti i dipendenti pubblici per 200 mila euro. La Guardia di Finanza ha eseguito questa mattina una novantina di perquisizioni in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo.

Sono circa trecento i finanzieri impegnati nell’esecuzione delle ordinanze emesse  nell’ambito dell’inchiesta, che è stata denominata dalla Guardia di Finanza ‘Dama nera’ con riferimento alla Accroglianò.

Il ruolo della “Dama nera”. Le ordinanze sono scattate “sulla scorta degli elementi di reità acquisiti nel corso delle indagini svolte dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, coordinati dalla procura di Roma.

“Se dovessi dire la sensazione che mi ha dato la lettura di queste carte è proprio la quotidianità della corruzione vista come una cosa normale. Una situazione deprimente”, ha detto il procuratore capo della Procura della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, nella conferenza stampa presso la sede del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma sull’inchiesta relativa agli appalti Anas.

“Mi pare giusto sottolineare – ha aggiunto – l’estraneità del nuovo presidente dell’Anas, che si è insediato da poco, a queste vicende. Il nuovo presidente dell’Anas non ha nulla a che vedere ed è ovviamente una parte offesa dal punto di vista giuridico”.

Emerge anche il voto di scambio nell’inchiesta. ”Meduri era l’interfaccia politica di Antonella Accroglianò – ha spiegato il colonnello Cosimo Di Gesù del nucleo Polizia Tributaria di Roma – In ballo un pacchetto di voti a sostegno della candidatura del fratello al consiglio regionale della Calabria nel novembre 2014. La contropartita per la mancata elezione nelle liste dell’Udc sarebbe stata nell’intenzione della Accroglianò un importante incarico in una società partecipata dalla Regione Calabria”.

”A fronte di queste richieste Meduri chiedeva da un lato l’assunzione di due geometri in Anas, con lo sfruttamento di una azienda pubblica come meccanismo clientelare per favorire assunzioni. Dall’altro lato si poneva come intermediario con imprenditori arrestati, Costanzo e Bosco, rispetto al ritardo nel pagamento delle tangenti”.

Nel linguaggio dell’associazione criminale le tangenti per gli appalti Anas venivano chiamate ‘ciliegie’, ‘libri’, ‘topolini’ ‘farmaci antinfiammatori’. Figura centrale e vero e proprio ‘deus ex machina’ del sodalizio secondo gli inquirenti, era Antonella Accroglianó, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas s.p.a., finita oggi agli arresti.

Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani ha espresso “piena fiducia nel lavoro della Procura di Roma, con l’auspicio che possa arrivare velocemente a fare chiarezza sui fatti ed aiutare il vertice dell’azienda a voltare pagina”.

Anas sta “attivamente collaborando alle indagini della Guardia di Finanza, dando il massimo supporto anche in qualità di parte offesa”, si legge in una nota dell’azienda. Anas si costituirà in giudizio quale parte offesa.

L’Anac, autorità nazionale anticorruzione, a quanto si apprende, chiederà alla Procura gli atti relativi all’inchiesta. La richiesta ha lo scopo di verificare se nell’operazione sono interessati appalti in atto su cui è possibile intervenire.

Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine della presentazione del progetto ‘Fare Scuola’ all’auditorium Enel, commenta così gli arresti: “Ho parlato con il presidente Armani e ho detto di offrire la massima collaborazione. La nostra linea è di assoluta trasparenza e collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura. Sappiamo che la corruzione ha tolto energia a questo paese e la lotta alla corruzione va fatta sempre. Aspetteremo l’accertamento delle responsabilità, nessuno fa processi in un giorno”.

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