Improvvisa perdita dell’astrofisico Giovanni Bignami

L’astrofisico italiano Giovanni Bignami è morto improvvisamente ieri a Madrid. La notizia è stata data dalla moglie, Patrizia Caraveo,  attuale direttrice dell’Inaf Iasf di Milano. Bignami, 73 anni, era stato presidente dell’Asi e dell’Inaf. Accademico dei Lincei, è stato uno dei più attivi e autorevoli astrofisica italiani, instancabile artefice di tanti successi dell’astrofisica italiana.
Come Margherita Hack, Bignami era anche un appassionato divulgatore scientifico. Amava spiegare i segreti dello spazio nei suoi libri e nei suoi numerosi articoli scritti su quotidiani e riviste nazionali, con i quali collaborava dal 1978, ma era anche opinionista su riviste scientifiche come Nature e Science. Due suoi libri, “I marziani siamo noi” e “Cosa resta da scoprire” sono stati il soggetto di due serie televisive di National Geographic Channel Italia e Rai Scuola ha dedicato 8 puntate al libro “Il mistero delle sette sfere“. Collaborava con Piero Angela: all’interno di Superquark curava la rubrica ‘Polvere di Stelle‘.

Bignami era nato a Desio in provincia di Milano il 10 aprile 1944 e si era laureato in fisica all’università di Milano nel 1968. Era stato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Tra il 2010 e il 2012 è stato il primo italiano a presiedere il Comitato per la Ricerca Spaziale (Cospar) istituito dal International Council for Science. E’ stato uno dei più attivi astrofisici italiani ed era noto a livello internazionale anche per aver scoperto nel 1972 Geminga, la “stella che non c’è”, e per il lavoro ventennale che ha portato a comprendere la sua natura di pulsar, una stella molto densa che genera un segnale radio periodico.

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