Forte manifestazione a Roma del movimento “Non una di meno” contro le violenze alle donne. Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa (nell’82%dei casi da un “volto amico”)

“Contro la violenza siamo rivolta”. E’ lo slogan del movimento femminista ‘Non una di meno’, contro la violenza nei confronti delle donne. E dietro a uno striscione con questa scritta si è snodato per le vie del centro di Roma un corteo colorato con le rappresentanti dei centri antiviolenza, delle case delle Donne, dei consultori e molte portano le maschere delle luchadoras, a sostegno della struttura di accoglienza Lucha Y Siesta di Roma e di tutti gli altri spazi di auto determinazione minacciati di sgombero. Nel corteo niente bandiere di partito. A predominare era il colore rosa: numerose le manifestanti provenienti da ogni parte d’Italia. Emano oltre 10mila le partecipanti alla manifestazione secondo fonti di polizia. Il corteo ha sfilato per le vie del centro della Capitale diretto a piazza San Giovanni.

I dati delle violenze (come dimostrano anche le cronache di questi giorni – ultimo episodio quello avvenuto a Partinico in Sicilia) hanno ormai raggiunto livelli d’allarme: ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner; 3 femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un partner o ex partner. “La violenza – sostengono da ‘Non una di Meno‘ – non ha passaporto né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa e si ripete nei tribunali e nelle istituzioni”.

Dati confermati anche dalla Polizia alla presentazione a Milano dell’iniziativa “Questo non è amore 2019” sulla violenza di genere: da dove emerge che vittime e carnefici sono per lo più italiani: le prime nell’80,2% dei casi, i responsabili nel 74% dei casi. Ed è stato confermato che l’82% delle volte chi fa violenza su una donna, è un volto amico: o il compagno o un conoscente. In aumento il numero dei femminicidi, passati dal 37% del 2018 al 49% tra gennaio ed agosto 2019. Il 67% di queste vittime è straniera, e anche qui nel 61% dei casi l’autore è il partner.

Per contrastare idealmente questa spirale di violenza, il corteo di Roma era aperto dalle donne e dai centri antiviolenza femministi, il cui lavoro “va riconosciuto, garantito e valorizzato”.

Le donne sono dunque tornate in piazza contro la violenza a due giorni dalla Giornata internazionale che si celebra lunedì. Molti carri con performance e musica, molte partecipanti che indossavano i  panuelos fuxia mutuati dalla campagna argentina per l’aborto legale, i pugni di fuoco simbolo di rivolta, le maschere delle luchadoras della campagna per Lucha y Siesta, la Casa delle donne di Roma a rischio sgombero.

Per affrancarsi dalla violenza è fondamentale l’indipendenza economica e la libertà di movimento: per questo tra le richieste c’è l’istituzione di un salario minimo europeo e di un reddito di autodeterminazione svincolato dalla famiglia e dai documenti di soggiorno. Viene chiesta anche l’abolizione dei decreti sicurezza e le leggi che “mantengono in condizione di ricattabilità le persone migranti, e in particolare le donne, e denunciano che il “Codice rosso” ha già “fallito” rivelandosi “una mera operazione propagandistica” perché è indispensabile  intervenire efficacemente prima e non dopo violenza o il femminicidio.

E’ stato ricordato inoltre che l’Italia è il paese in Europa con il più alto numero di uccisioni di persone trans.

Tante le iniziative in tutta Italia per sensibilizzare i cittadini sul tema della violenza contro le donne e in ricordo delle vittime di femminicidio, come l’istallazione di panchine rosse, come accaduto oggi davanti all’ingresso del Consiglio regionale del Lazio o alla Camera di Commercio di Palermo, mentre lunedì una verrà installata nel Cortile d’onore di Palazzo Montecitorio. Sempre lunedì alle 18 la facciata di Palazzo Montecitorio si illuminerà di arancione grazie alla campagna di sensibilizzazione internazionale delle Nazioni Unite UN Women, dal titolo ‘Orange the World‘, mentre la Regione Lazio presenterà il premio ‘Colasanti-Lopez‘ in memoria delle vittime del massacro del Circeo.

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