Donald Trump lancia un’offerta: dare uno Stato ai palestinesi e destinare Gerusalemme a capitale di Israele. No da Abu Mazen

Netanyahu e Trump in una foto EPA Michael Reynolds 

Donald Trump si gioca una carta in Medio Oriente che, secondo il suo obiettivo, dovrebbe assicurargli altra popolarità anche in patria. Ecco la sua proposta: dare uno stato ai Palestinesi, però destinare Gerusalemme a capitale di Israele.  Netanyahu gradisce (o almeno così pare), ma Abu Mazen, anche a

Abu Mazen in Vaticano tre anni fa a colloquio con Papa Francesco (foto Epa di Giuseppe Lami) 

nome di Hamas, no. E reagisce ricordando che Gerusalemme è palestinese: lo è storicamente, anche se ora ho lo status di capitale di sia degli israeliani che dei palestinesi.

«La gente in Medio Oriente, soprattutto i giovani, sono pronti per un futuro migliore. Quello di oggi è un grande passo verso la pace» afferma Donald Trump annunciando il piano per il Medio Oriente. E sottolinea: «E’ giunto il momento per una svolta storica».

Il piano di pace Usa per il Medio Oriente occupa 80 pagine ed è “il più dettagliato” mai presentato finora, ha sostenuto Trump in una conferenza stampa congiunta con Netanyahu, ribadendo che “Gerusalemme resta la capitale indivisa di Israele” e che il piano di pace Usa per il Medio Oriente è una base per negoziati diretti.

Il piano di pace Usa per il Medio Oriente prevede investimenti per 50 miliardi di dollari a favore dei palestinesi: “Ci sono molti stati pronti ad investire”, ha assicurato Trump. “Questa potrebbe essere l’ultima opportunità per arrivare a una pace in Medio Oriente”, ha sottolineato il presidente Usa.
Trump ha annunciato che, se ci sarà l’accordo tra le parti, gli Usa apriranno un’ambasciata a Gerusalemme Est, confermando che quest’ultima potrebbe essere la capitale del futuro Stato palestinese.

Ha anche inviato una lettera al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen sul piano di pace Usa per il Medio Oriente affermando che c’è un  tempo di 4 anni per negoziare.

Papa Francesco a colloquio con Abu Mazen

Ma la replica di Abu Mazen è stata tranchant, di netta chiusura: «Gerusalemme non è in vendita, e i nostri diritti non si barattano. Il Piano di Trump è aggressivo e provocherà molta ira», ha detto alla Reuters il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri. 

Dello stesso parere l’Iran, che boccia duramente la proposta del presidente americano definendola “il tradimento del secolo” e  dicendo che è destinata al fallimento. Sulla stessa linea gli alleati sciiti libanesi di Teheran, Hezbollah, secondo cui il piano Trump è “un tentativo di eliminare i diritti del popolo palestinese”.

In un primo commento del piano illustrato dal presidente Usa Donald Trump il ministro degli esteri Giordano Ayman Safadi ha messo in guardia dalle “conseguenze pericolose di qualsiasi misura unilaterale possa essere adottata da Israele e dalla imposizione di fatti sul terreno come la annessione di terreni, la espansione di insediamenti nei territori palestinesi occupati, e la violazione dei Luoghi Santi di Gerusalemme”, come riferisce l’agenzia di stampa giordana Petra.

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