di MARIO MEDORI/ Continuano a ripetizione le notizie sul delitto di Garlasco. La Procura generale di Milano ha fatto ricorso presso la Corte di Cassazione per chiedere la revoca del provvedimento con cui il Tribunale di sorveglianza ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi che sta finendo di scontare la condanna a 16 anni di carcere per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi. Da quanto si apprende, il motivo dell’impugnazione sarebbe legato alla mancata richiesta di autorizzazione a rilasciare un’intervista al programma “Le Iene” durante un permesso.
I fatti. L’11 aprile scorso Alberto Stasi, dopo aver già ottenuto nel 2023 il cosiddetto “lavoro esterno”, cioè la possibilità di uscire tutti i giorni dal carcere per lavorare come contabile in un’azienda milanese, era stato ammesso anche al regime di semilibertà. Pertanto, dal 28 aprile, ovvero da quando il provvedimento è diventato effettivo, Stasi può uscire dal carcere la mattina e deve rientrare la sera dopo cena. Orari prestabiliti per uscita e rientro per un totale di 12 ore; non solo per lavorare.
Il ricorso della Procura generale. Il pg Francesca Nanni, insieme al sostituto pg Valeria Marino, già nell’udienza di discussione il 9 aprile, aveva chiesto il rigetto dell’istanza di semilibertà, evidenziando un unico neo nel comportamento di Alberto Stasi, ovvero: la mancata richiesta di autorizzazione al magistrato del Tribunale di sorveglianza per quella intervista durante un permesso premio. In un documento agli atti del procedimento, però, il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva voluto precisare: “La richiesta è stata registrata durante il permesso premio e non si sono rilevate, pertanto, infrazioni alle prescrizioni”. In pratica, la stessa linea tenuta nell’ordinanza dai giudici che avevano dato ragione agli avvocati di Stasi.
Ma la Procura insiste. Per la Procura generale, infatti, la mancata richiesta di autorizzazione per quell’intervista è un comportamento che i giudici dovevano valutare diversamente e non in linea con la concessione della semilibertà. Ora la Cassazione dovrà fissare l’udienza e decidere. Oltretutto, tra poco Alberto Stasi potrà chiedere anche l’affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione. E intanto, l’avvocato Giada Bocellari, legale di Stasi, dichiara: “Intervista già chiarita dal carcere, siamo tranquilli”.
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