“DaD”? Governo ladro!

di SERGIO SIMEONE* – Quando la mattina sfoglio i giornali so con certezza quale sarà il tema che non mancherà: la didattica a distanza, o meglio la polemica contro la didattica a distanza. Quale che sia l’orientamento politico della testata, vengono ampiamente riportate tutte le proteste di alunni, genitori, professori, presidi. A questi si affiancano i pareri degli esperti (soprattutto pedagogisti e psicologi dell’età evolutiva), i quali sfoggiano fior di argomenti per spiegarci quanti danni produce la DaD e quanti sono invece i benefici della didattica in presenza.

Se questi signori vogliono convincere gli italiani circa la bontà della loro tesi in realtà sfondano una porta aperta: non c’è probabilmente nessuno in Italia che ritenga che la DAD sia superiore  alla didattica in presenza e tra i favorevoli alla didattica in presenza sono senz’altro da annoverare non solo la ministra Azzolina, ma anche Conte e Speranza, nonché tutti i presidenti  di Regione e tutti i sindaci d’Italia. Eppure dai servizi giornalistici traspare, dove più dove meno esplicitamente, che la adozione della DAD sia la scelta proterva di una setta di sadici che si sono impadroniti del governo italiano sia a livello centrale che a livello locale, e che godono nel torturare gli studenti italiani.

Questo sospetto aveva, fino a qualche giorno fa, un punto di forza: la Germania, che viene considerata (molto spesso a ragione) quella che fa le cose giuste, aveva scelto di tenere aperte le scuole. Già: fino a qualche giorno fa. Perché quando in quel Paese il contagio da covid ha raggiunto livelli “italiani” l’Istituto Robert Koch, principale punto di riferimento della pandemia in Germania, ha dichiarato che “oggi l’incidenza (ndr del covid) tra gli alunni è più  di 4 volte superiore rispetto alla fine  delle vacanze di questa estate”.  Angela Merkel non se lo è fatto dire due volte ed ha chiuso le scuole.

A questo punto siamo perfettamente in grado di catalogare la polemica sulla DAD: fa parte della ben nota serie “Piove, governo ladro!”.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil

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