Stamattina il presidente ucraino Zelensky parlerà in videoconferenza ai deputati e ai senatori italiani riuniti a Montecitorio. Previste alcune assenze dovute alle solite schermaglie politiche italiane

Dopo i videocollegamenti con Parlamenti d’Europa, Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Germania e Israele, il presidente ucraino Zelensky parlerà da Kiev stamattina anche al Parlamento italiano (con le due  Camere  riunite a Montecitorio), quindi con alla presidenza sia la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, sia il presidente della Camera, Roberto Fico, nonché il presidente del Consiglio  Mario Draghi, e l’ambasciatore ucraino, Yaroslav Melnyk.

Tuttavia ci saranno anche alcune assenze. A parte quelle determinate da altri improrogabili impegni politici, alcune altre rifletteranno dissensi sulla iniziativa e si segnalano in particolare quelle di alcuni parlamentari ex cinquestelle, o perché in polemica  con l’iniziativa, o per marcare, più sottotraccia, un distinguo personale rispetto alla posizione sulla guerra presa dall’Italia e dai suoi principali partiti politici.

Addirittura vi sarebbero alcuni intenzionati ad esibirsi in qualche isolata (anche se in tono contenuto) contestazione a Zelensky, come ripercussione  di contrasti nel dibattito politico interno sulle mosse compiute finora dal governo italiano, arrivando a definire l’iniziativa “una forzatura” e “un’operazione di marketing”.  Il senatore Nicola Morra, spiega che domani sarà “fuori per lavoro”.

Ancora incerti Elio Lannutti e Paola Nugnes. Emanuele Dessì, ora nel Partito Comunista, diserterà il collegamento, come pure dovrebbe fare Gianluigi Paragone che ha fondato Italexit. C’è poi Bianca Laura Granato (Misto), finita nell’occhio del ciclone per aver sostenuto la necessità di far intervenire in collegamento con il Parlamento italiano anche Vladimir Putin. Alla Camera è diversificata la posizione di FacciamoEco che lascia agli iscritti la facoltà di decidere in autonomia. Qualche assenza si avrebbe anche nel gruppo della Lega. In Sinistra Italiana, il segretario Nicola Fratoianni sarà a Montecitorio ma ribadisce che “la scelta di inviare armi da parte del nostro Paese” è stato un “errore”. Dopo i brevi interventi dei presidenti di Camera e Senato, parlerà anche il premier Draghi. Che il giorno dopo sarà di nuovo a Montecitorio e a Palazzo Madama per le comunicazioni in vista del prossimo consiglio europeo, un appuntamento cruciale che – nell’ambito del conflitto in corso – determinerà le prossime mosse dell’Ue sul fronte umanitario, sanzionatorio ed energetico.

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