IL PANIERE DELLE STATISTICHE

ORA di puntadi ENNIO SIMEONE –

Ogni volta che l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) dirama rilevazioni sulla nostra economia (cosa che avviene negli ultimi tempi con frequenza ravvicinata) si fa fatica a sfuggire al dubbio e al timore che i dati vengano diffusi in funzione dei tweet cui il capo governo ci ha abituati per informarci che sta cambiando l’Italia. Bisogna solo evitare che quei dati finiscano, prima di arrivare a Palazzo Chigi, nelle mani del ministro  Poletti. Il quale, come  si è visto in più occasioni – ed anche un paio di giorni fa con la proposta di un “salario integrativo” ai disoccupati più poveri – non distingue tra milioni e miliardi, facendo rizzare i radi capelli in testa al ministro Padoan.

Ci preoccupa perciò l’annunciato cambiamento dell’elenco delle voci che da quest’anno entreranno a far parte del famoso “paniere” su cui si calcola l’andamento del costo della vita in Italia. Dalla lista sono stati cancellati cuccette e vagoni letto, per il semplice motivo che le Ferrovie hanno soppresso il servizio, e vi sono stati inseriti le bevande vegetali, il pantalone corto da uomo, i leggings per bambina, la lampadina a led, i panni cattura-polvere, i servizi integrati tv (internet e voce), gli alloggi universitari, i prezzi delle auto usate, il trapano elettrico e i tatuaggi. La ragione di questa scelta, apparentemente singolare, ci sfugge. Comunque attenti ai tatuaggi: ai malintenzionati potrebbe venire la pessima idea di farsi disegnare dei gufi sul corpo. E i prezzi salirebbero alle stelle.

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