Saliscendi nel gradimento dei politici e nelle intenzioni di voto: male per Salvini, bene per Conte e la Meloni

Tra i sondaggisti – lo ricordiamo sempre – è difficile trovare perfette identità di rilevazioni, ma le tendenze, in genere, coincidono. Oggi prendiamo in considerazione l’ultima di Demos&Pi per Repubblica. E poiché la riforma della prescrizione è l’argomento più dibattuto nella settimana va rilevato che i favorevoli alla riforma Bonafede (che ne prevede – secondo alcuni i casi – l’abolizione) sono in prevalenza rispetto ai contrari persino tra gli elettori di «Italia Viva», il cui leader, Matteo Renzi, ne sta invece facendo motivo di sfiducia verso il ministro della Giustizia (e di conseguenza motivo di attacco allo stesso governo di cui fa parte).  

 Passiamo ora agli indici di gradimento nei confronti delle singole forze politiche. 

Secondo Demos&Pi la Lega è ancora il partito, ma perde 6 punti percentuali  rispetto ad agosto 2019 (quando Salvini aprì la crisi del governo giallo-verde) e si attesta sul 29,2% dei consensi, mentre Fratelli d’Italia della Meloni sale al 13,1%. Al secondo posto consolida la sua posizione il Pd al 20,6%, al terzo posto scivola il M5s poco sopra il 14%. A rimpolpare la coalizione che sostiene il governo contribuiscono Leu e la Sinistra con il 3,6%, e Più Europa con il 2,6%, mentre Italia Viva di Renzi (in calo) non va oltre il 3,9%.

Per quanto riguarda la fiducia nei personaggi di spicco della politica, in testa c’è sempre il capo del governo Giuseppe Conte al 52%, mentre Salvini è al 44, superato da Giorgia Meloni con il 46, Carlo Calenda (crolla dal 33 al 25), Roberto Speranza (è al 26), Silvio Berlusconi (28), Giovanni Toti (30), Luigi Di Maio (31,5), Dario Franceschini (34). Nella top 5 cisono comunque Emma Bonino (44 per cento) e Nicola Zingaretti (37).

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