Chi dà man forte ai “no vax” intolleranti

di SERGIO SIMEONE* – Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un crescendo di violenze verbali e fisiche da parte dei no vax più intolleranti contro politici, giornalisti e medici, rei solo di essere favorevoli alla vaccinazione per arrestare la pandemia. A rendere più gravi le aggressioni c’è il fatto che quasi sempre le vittime delle aggressioni sono persone che esprimono le loro opinioni usando toni molto pacati (si pensi ai virologi Bassetti e Pregliasco) o si limitano a fare domande ai manifestanti no vax (come nel caso di Antonella Alba di Rainews  , Saverio Tommasi di Fanpage) o anche riprendono semplicemente le manifestazioni (come nel caso di Giovannetti di Repubblica) dando loro in questo modo anche visibilità.

Ma chi sono i responsabili di questo clima di intolleranza che alimenta i violenti e li spinge a tenere comportamenti aggressivi? Ci sono senz’altro e innanzitutto neofascisti infiltrati nei cortei per i quali ogni occasione è buona per esasperare e far degenerare qualsiasi manifestazione di malcontento e ci sono i costruttori di fake news che diffondono teorie complottiste ed antiscientifiche sui social., che accendono gli animi.

Ma non basta. A dare man forte alla destra movimentista c’è tutta la destra parlamentare (fatta eccezione per Forza Italia) che fin dall’inizio della pandemia, con i suoi atteggiamenti a dir poco  ambigui, ha vezzeggiato  prima i no mask e poi i no vax. Non c’è bisogno di avere una grande memoria, infatti, per ricordare i  suoi continui attacchi al ministro della Salute, Roberto Speranza, per la sua linea rigorosa rivolta a contenere il contagio e perciò accusato di voler instaurare una dittatura sanitaria.  Salvini, poi, esibiva quasi come un vanto  la sua insofferenza per ogni misura restrittiva del Governo che aveva motivi sanitari. Tanto che prima dava la massima pubblicità ai suoi incontri con categorie presuntamente danneggiate (con la complicità dei mass media, sempre pronti a riprendere il suo faccione ghignante, come se fosse l’oracolo di Delfi) e poi ai suoi incontri con Draghi, che avrebbero dovuto eliminare i “torti” subiti dalle categorie stesse. Non si può infine dimenticare la partecipazione di Borghi e Bagnai, due esponenti di spicco delle Lega, alla recente manifestazione contro il green pass, che il leader leghista  ha giustificato dicendo che nel suo partito ciascuno è libero di esprimere la sua opinione.

Il comportamento compiacente verso chiunque protesti contro le misure profilattiche prese dal Governo, su suggerimento del Comitato tecnico-scientifico, di una forza che fa parte della maggioranza di governo ha certamente fatto pensare al popolo no vax che allora i suoi sospetti sulla campagna di vaccinazione  hanno un valido fondamento e che se facesse la voce grossa c’è chi farebbe  da sponda all’interno del governo.

Draghi ha, perciò, il dovere di intervenire con forza in questa vicenda: così come riuscì a suo tempo a spegnere la campagna denigratoria contro Speranza con una frase secca (“Speranza l’ho scelto io ed ho piena fiducia in lui”) dovrebbe oggi costringere Salvini a porre fine a qualsiasi ammiccamento verso chi ostacola la campagna vaccinale usando la violenza. Come fare? Io sarei addirittura tentato di suggerirgli di incaricare un usciere di accompagnare alla porta il “capitano” liberandosene, possibilmente in mondovisione, con un (metaforico) calcio nel sedere la prossima volta che cercherà di avere un colloquio con lui. Ma mi rendo conto che è preferibile (oltre che istituzionalmente corretto) confidare nella saggezza e nello stile del professore titolare di Palazzo Chigi.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil

Commenta per primo

Lascia un commento