La “movida” disturba la quiete pubblica? Il Comune condannato a risarcire i cittadini

Il Comune di Brescia è stato condannato in sede civile al risarcimento danni provocati dalla Movida notturna nello storico quartiere Carmine in centro città. Due residenti avevano fatto causa all’amministrazione comunale di Brescia e il tribunale civile ha emesso una sentenza che obbliga Palazzo Loggia a versare 50mila euro ai due ricorrenti uno dei quali, Gianfranco Paroli, è fratello dell’ex sindaco di Brescia Adriano Paroli (centrodestra), che già quando quest’ultimo era primo cittadino aveva avviato la battaglia contro la movida.

Nei confronti dei due residenti sono stati riconosciuti danni biologici e patrimoniali per la movida. “A causa del rumore antropico per gli schiamazzi di avventori di alcuni locali che stazionano nei pressi dei plateatici o dei locali su suolo pubblico”, scrive il giudice del tribunale civile di Brescia Chiara D’Ambrosio nella sentenza di condanna per il Comune di Brescia. “È innegabile che l’ente proprietario della strada da cui provengono le immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a far cessare dette immissioni. Deve quindi essere ordinata al comune convenuto la cessazione immediata delle emissioni rumorose denunciate mediante l’adozione dei provvedimenti opportuni più idonei allo scopo. Vi è stata una carenza di diligenza da parte del comune convenuto”, prosegue il giudice intimando al Comune di “riportare dette immissioni entro la soglia di tollerabilità”.

E’ una sentenza, questa, che costituisce un precedente per analoghe situazioni in altre città italiane, come Roma, dove il problema movida sta investendo diversi quartieri, la cui tranquillità viene turbata soprattutto dal proliferare di locali che distribuiscono birra ed alcolici fino ad ora inoltrata della notte.

Commenta per primo

Lascia un commento