7GIORNI IN SENATO/ Abuso di voti di fiducia anche per il Giubileo e “fuga” dal voto sulla Rai

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Lunedì 14 dicembre l’Aula non si riunisce in quanto i senatori partecipano alla riunione in seduta comune per l’elezione di tre giudici della Corte Costituzionale con la trentesima fumata nera: si procederà ad un ulteriore scrutinio martedì 15 dicembre, alle ore 19.  L’Aula del Senato è convocata per martedì 15 alle ore 9,30, ed il calendario prevede, per le prossime sedute di Assemblea, l’esame dei disegni di legge di riforma della RAI e di delega per il recepimento di direttive su appalti e concessioni. Nel pomeriggio di mercoledì 16 avranno luogo le comunicazioni del presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre.

Martedì 15 la seduta inizia alle 9,33. Dopo che per tre volte è mancato il numero legale, l’Assemblea respinge le proposte di modifiche del calendario avanzate da Loredana De Petris di SEL, Candiani della Lega Nord e Giarrusso del M5S, volte a inserire mozioni sulle Ferrovie dello Stato, sulla separazione tra banche commerciali e banche d’affari e sugli F-35. Resta quindi definitivo il calendario comunicato nella seduta antimeridiana del 10 dicembre. L’Assemblea quindi avvia l’esame del ddl n. 2145 di conversione del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Il relatore, Lai del Pd, illustra il provvedimento che prevede interventi finanziari in favore di talune aree territoriali in situazione di criticità, per garantire lo svolgimento del Giubileo della Misericordia e per consentire la valorizzazione dell’area Expo 2015. Il testo prevede, inoltre, misure nel settore delle infrastrutture e dei trasporti e nel settore occupazionale, per la promozione del made in Italy, per l’incentivazione del volontariato nel servizio civile, per il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e la realizzazione di interventi nelle periferie urbane, per il sostegno del cinema e del patrimonio culturale. La Commissione approva emendamenti che prorogano per il 2016 il contratto di servizio con Trenitalia, equiparano i comparti sicurezza e difesa, sbloccano risorse già impegnate per l’alluvione che ha colpito la Sardegna nel 2012 e per il cofinanziamento dei costi per il personale impegnato in lavori socialmente utili in Calabria. Anna Maria Bernini (FI-PdL), Candiani (LN) e Bruni (CR) avanzano una questione pregiudiziale: privo dei requisiti costituzionali dell’urgenza e dell’omogeneità, il provvedimento-“mancetta”, che si configura come una mini finanziaria, viola anche la norma regolamentare che non consente di esaminare ddl di spesa durante la sessione di bilancio. A sostegno delle pregiudiziali di costituzionalità interviene Loredana De Petris (SEL). Annunciando voto contrario,  Tonini (PD) rileva che le diverse disposizioni sono legate dall’esigenza di utilizzare somme disponibili sul bilancio 2015 che, altrimenti, sarebbero finite in economia. Respinte le pregiudiziali di costituzionalità, inizia la discussione generale, alla quale partecipano Maurizio Rossi, Bocchino, Raffaela Bellot del gruppo Misto; Manuela Granaiola, Laura Fasiolo, Emilia De Biasi, Lucherini del PD; Lucidi, Elena Fattori del M5S; Erika Stefani e Divina della Lega Nord; Ceroni, Boccardi di FI-PdL; Milo di CR; Paola De Pin di GAL; Barani di AL; Uras di SEL. Dopo una sospensione di circa due ore, il presidente Grasso  ricorda la figura di Armando Cossutta, spentosi ieri all’età di 89 anni. Grasso ricorda che Comunista senza vergogna e senza abiura, Cossutta partecipò alla Resistenza, fu parlamentare per dieci legislature, si oppose allo strappo di Berlinguer nei confronti dell’URSS e poi alla trasformazione del PCI nel PDS e, insieme a Garavini, fondò nel 1991 il Partito della Rifondazione Comunista. Dopo un minuto di silenzio, prendono la parola sulla figura di Cossutta  Tronti del PD, Caliendo di FI-PdL, Casini di AP, Loredana De Petris di SEL, Barani di AL, Consiglio della Lega Nord, Bonfrisco di CR, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Pizzetti.

 Il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme costituzionali Maria Elena Boschi  presenta un emendamento interamente sostitutivo del testo del decreto-legge, che recepisce le proposte di modifica della Commissione, sulla cui approvazione pone la questione di fiducia. Il presidente Grasso ha deferito l’emendamento alla Commissione bilancio per l’esame dei profili finanziari. Il presidente della Commissione bilancio, Tonini del PD, non avanza rilievi finanziari sul maxiemendamento presentato dal governo. Osserva poi che rispetto al testo licenziato dalla Commissione sono intervenute due lievi modifiche: all’articolo 10 comma 2-ter è stato introdotto il principio dell’interesse nazionale in riferimento al servizio ferroviario; all’articolo 11 comma 2-ter, il contributo tiene conto dei minori costi esterni. Nella discussione sulla fiducia prendono la parola D’Alì (FI-PdL), Paola Nugnes (M5S), Crosio (LN). La seduta termina alle ore 18:50.

Mercoledì 16 l’Aula si riunisce alle 9,32 e con 160 voti favorevoli e 115 contrari approva la conversione in legge del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Meglio noto come decreto Giubileo, il provvedimento prevede interventi finanziari per sostenere aree territoriali in situazione di criticità, per garantire lo svolgimento del Giubileo della Misericordia e per valorizzare l’area Expo 2015. Il testo prevede, inoltre, misure nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, interventi per la promozione del made in Italy, per l’incentivazione del volontariato nel servizio civile, per il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e la realizzazione di interventi nelle periferie urbane, misure per il sostegno del cinema e del patrimonio culturale. Nelle dichiarazioni di voto negano la fiducia  Di Maggio di CR, Silvana Comaroli della Lega, Barani di AL, Paola Taverna del M5S, Mandelli di FI-Pdl, Uras di SEL e Giovanardi di AP. Annunciano il sì alla fiducia  Romano di Aut, Maurizio Romani del Misto-IdV, Federica Chiavaroli di AP e  Santini del PD.

Ma il tema che ha attirato l’attenzione ed è oggetto di discussioni e dibattiti è quello del salvataggio e delle 4 banche (Etruria, Marche, Chieti, Ferrara).  Su questo punto  ascolto il senatore del M5S Nicola Morra. Il quale sinteticamente mi ha detto: “Il caso delle 4 banche salvate dimostra che c’è in Italia un gravissimo problema di omessa o miope vigilanza. E che, confondendo investitori e risparmiatori, si evita di addebitare a chi di dovere le vere responsabilità del dramma che ha coinvolto migliaia di cittadini italiani: gli amministratori”.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle 14,30 L’Assemblea avvia l’esame del ddl n. 1880-B, Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati. Il relatore,  Ranucci del PD, osserva che la Camera dei deputati ha confermato l’impianto complessivo del ddl, con interventi di modifica ed integrazione che riguardano principalmente l’ampliamento dei contenuti del nuovo Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale, le funzioni e le responsabilità del direttore generale in fase di prima applicazione della normativa, la disciplina relativa ai contratti conclusi dalla RAI e dalle società da essa interamente partecipate. Subito dopo Il presidente del Consiglio Renzi, nel rendere comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre,  evidenzia la necessità di rispondere alla sfida del terrorismo e di Daesh con una strategia europea complessiva, che punti sull’iniziativa diplomatica, sull’azione militare, sugli investimenti nella sicurezza, nell’educazione e nella cultura. Sostiene che l’Italia è tornata protagonista al tavolo di Vienna sulla Siria, ha ospitato la conferenza sulla Libia, ha contribuito all’accordo di Parigi sul clima, ed è il paese più impegnato insieme a Francia e Stati Uniti nei teatri di guerra: dall’Afghanistan al Libano, dall’Iraq al Kosovo, dalla Libia alla Somalia. Nel dibattito prendono la parola  Maurizio Romani (Misto-IdV), Guerrieri Paleotti, Emma Fattorini, Anna Finocchiaro (PD), Anna Bonfrisco (CR), Mazzoni (AL), Centinaio (LN), Panizza (Aut), Manuela Repetti (Misto), Giarrusso (M5S), Alicata (FI-PdL). Per dichiarazioni di voto intervengono Anna Bonfrisco (CR) e Mario Mauro (GAL), che esprimono sconcerto per la chiusura del governo verso le proposte delle opposizioni; Divina (LN), che giudica evanescenti e propagandistiche le comunicazioni del presidente del Consiglio; D’Anna (AL), che  annuncia voto favorevole alla proposta di maggioranza invitando però il governo a non appiattirsi sulle posizioni statunitensi; Zeller (Aut); De Cristofaro (SEL), che lamenta il silenzio sulla questione curda e  sollecita un’azione diplomatica nei confronti degli sciiti e delle monarchie sunnite; Casini (Ap), che  pone l’accento sull’intreccio tra sicurezza, immigrazione, questione energetica, politica estera; Lucidi (M5S), che invita il governo a chiarire la sua posizione sull’ingresso della Cina nel WTO e sul TTIP; Paolo Romani (FI-PdL), che si sofferma sulle contraddizioni della coalizione internazionale in Siria e Iraq e giudica non chiara la strategia politico-militare italiana; Latorre (PD), che elogia invece la linea prudente del governo italiano. La seduta termina alle 18,44.

Giovedì 17 l’Aula si  riunisce alle 9,32 ed  riprende l’esame del ddl n. 1880-B, Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati. Respinte, con unica votazione, le questioni pregiudiziali presentate da Erika Stefani (LN), Loredana De Petris (SEL), Cioffi (M5S) e Gasparri (FI-PdL), inizia la discussione generale. Prendono la parola Malan, D’Alì, Gibiino, Gasparri (FI-PdL); Maurizio Rossi (Misto), Crosio (LN) e Ciampolillo (M5S). Le opposizioni  rilevano che la nuova governance della RAI non garantisce i principi di libertà, indipendenza e pluralismo del servizio pubblico radiotelevisivo, più volte richiamati nelle sentenze della Corte costituzionale, e consegna la RAI al capo del governo: infatti l’amministratore delegato è una sua emanazione diretta. In replica il relatore Ranucci (PD) e il sottosegretario allo Sviluppo economico Giacomelli (ovviamente)  negano che il ddl accentri i poteri in capo all’amministratore delegato, che è formalmente nominato e revocato dal consiglio di amministrazione, titolare della funzione di indirizzo. Ricordano inoltre che il governo è intervenuto sul canone RAI in sede di legge di stabilità, dopo la soppressione parlamentare dell’articolo che conferiva una specifica delega in materia. Nelle dichiarazioni finali annunciano voto contrario Zizza (CR), Crosio (LN), D’Anna (AL), Mineo (Misto), Airola (M5S) e Malan (FI-PdL). Annunciano voto favorevole Mancuso (AP) e Filippi (PD). Nella votazione finale però manca per due volte il numero legale. Il presidente convocato la Conferenza dei capigruppo che rinvia il seguito del ddl n. 1880-B dopo la votazione dei documenti di bilancio: l’esame in Aula inizierà martedì 22 dicembre. La seduta  termina alle ore 20. Sul rinvio del ddl di riforma della Rai è duro l’attacco del capogruppo M5s in  Commissione Vigilanza RAI. Alberto Airola, che,  commentando il rinvio del voto finale sulla riforma per mancanza del numero legale, afferma: “Renzi e Zanda perdono colpi e di giovedì pomeriggio non riescono a trattenere in Aula la propria maggioranza, evidentemente già in modalità natalizia, per far votare una legge tanto importante per il presidente del Consiglio come quella di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo. Non osiamo immaginare la rabbia del premier, che per colpa della smania dei suoi parlamentari di andarsene a casa, vede rimandare alla prossima settimana la riforma che gli permetterà di controllare in maniera totale e definitiva la Rai e ciò che è rimasto dell’informazione pubblica”.

Già. Ma se quelle assenze nel Pd avessero tutt’altra motivazione, cioè un dissenso sulla riforma renziana?

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