Salvata la speleologa Ottavia Piana, prigioniera della grotta Bueno Fonteno per due giorni e due notti a 150 metri di profondità

La speleologa Ottavia Piana, rimasta per due giorni e due notti “prigioniera” della grotta Bueno Fonteno (in provincia di  Bergamo) a 150 metri di profondità,  è stata estratta i dagli operatori del Soccorso Alpino. La donna, in buone condizioni fisiche generali, anche se ferita a una gamba, è stata subito trasportata in ospedale in ambulanza. I soccorritori hanno proceduto al trasporto della barella con la massima cautela per passare in alcuni punti molto stretti ed effettuare le ‘calate’ e le ‘risalite’ che hanno richiesto molta attenzione.

Ottavia Piana si era calata nell’abisso con altri quattro membri del Cai di Lovere per esplorare una nuova via, in risalita, della Bueno Fonteno, grotta nei pressi del lago d’Iseo. Socia del gruppo Speleo Cai di Lovere, e istruttrice durante le esplorazioni in grotta sottoterra, era già entrata diverse volte – come confermano i suoi precedenti reportage – nell’Abisso Bueno Fonteno. Ma questa volta la roccia a cui aveva fissato un appiglio ha ceduto. Così, agganciata alla corda con cui stava procedendo, Ottavia Piana è caduta per un metro e mezzo, urtando una gamba contro la parete. Due compagni sono subito risaliti in superficie per chiamare i soccorsi, mentre gli altri due, come da prassi, sono rimasti sottoterra con la ferita. 

Al campo sportivo di Fonteno è stata allestita la base dei soccorritori: circa 60 gli uomini impegnati nel recupero, oltre che della IX delegazione del Soccorso alpino e speleologico lombardo, da Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.

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