Dichiarato il fallimento dell’azienda di Alessandria che per 160 anni ha prodotto il Borsalino

Borsalino, storica azienda alessandrina di cappelli, è fallita. Il tribunale ha respinto la richiesta di concordato della Haeres Equita srl, società dell’imprenditore svizzero Camperio, che gestisce l’azienda dopo l’affitto del ramo. Lo rendono noto i sindacati, che incontreranno i curatori, Stefano Ambrosini e Paola Barisone, e i lavoratori. Dall’azienda, al momento, non è stata data nessuna comunicazione ufficiale.

Quella respinta dal tribunale di Alessandria è la seconda richiesta di concordato, dopo quello che era stato revocato a dicembre 2016. “Abbiamo già chiesto un incontro con i curatori fallimentari e, nel pomeriggio, incontreremo anche i lavoratori”, commenta Elio Bricola della Uil. “Per quel che sappiamo al momento – aggiunge – è ragionevole che i contratti del ramo d’affitto vadano comunque avanti, nell’interesse di tutti”. I legali dell’azienda, secondo quanto appreso, stanno approfondendo il dispositivo del tribunale.

Jean Paul Belmondo e Alain Delon in una foto di scena del film “Borsalino” del 1970 (ANSA/Collection Christophel)

160 anni di storia

Il 4 aprile 1857 Giuseppe Borsalino avviò in via Schiavina ad Alessandria un laboratorio specializzato nella produzione di cappelli in feltro. Il laboratorio crebbe fino a diventare industria e nel 1888 l’azienda si trasferì nella nuova manifattura di corso Cento Cannoni, progettata da Arnaldo Gardella.

La Borsalino produceva 2.500 cappelli al giorno e il Grand Prix diffuse la fama del marchio in tutto il mondo. La successione di Giuseppe Borsalino fu complicata: l’erede designato, Teresio Borsalino, venne osteggiato dal cugino Giovanni Borsalino, figlio di Lazzaro, che inaugurò una nuova fabbrica di cappelli utilizzando il nome di famiglia. Borsalino Antica Casa e Borsalino Fu Lazzaro si fecero la guerra ingaggiando i migliori illustratori dell’epoca e realizzarono manifesti che hanno fatto la storia della pubblicità. Furono anni di dure battaglie commerciali ma alla fine la spuntò Teresio e il nome Borsalino tornò ad essere uno solo.

Alla vigilia della prima guerra mondiale Borsalino produceva annualmente circa 2.000.000 di cappelli. La manifattura dava impiego a oltre 2.500 dipendenti, rappresentando una notevole risorsa nell’economia della città piemontese.

La produzione dei cappelli di qualità imponeva l’uso esclusivo di feltro di pelo di coniglio. Questo determinò una ricaduta positiva nell’economia rurale di una vasta regione che vide l’affermarsi di allevamenti domestici, in genere affidati alle donne e ai ragazzi.

All’estero il marchio si diffuse ovunque, conquistando i mercati più importanti: quello britannico della City, con le bombette a marchio Borsalino, ma soprattutto quello statunitense, dove i cappelli prodotti ad Alessandria vennero adottati dallo star system hollywoodiano.

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