A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 161) di LUCIO DE SANCTIS/ Auto diesel, quale futuro? La parola a chi le produce – Riparazioni più economiche – Caro-auto al Sud – Camion mese d’oro – Piano tappabuche a Roma

di LUCIO DE SANCTIS –

Diesel, cosa dicono gli Ad – Ancora a proposito del futuro dei motori diesel, in occasione del salone di Ginevra si sono espressi molti dei responsabili delle case automobilistiche. Ecco alcune delle dichiarazioni degli amministratori delegati di FCA, BMW Italia e Kia Italia. Eccole di seguito

Sergio Marchionne Ad di FCA: “Il diesel avrà uno spazio limitato, ma per i veicoli commerciali e le auto di grossa cilindrata continuerà ad essere il motore principale perché è ancora oggi uno dei motori più efficaci e virtuosi sotto il profilo ambientale. Non c’è altra soluzione”.

Sergio Solero, Ad di Bmw Italia: “Demonizzare in questo momento la motorizzazione diesel è un errore. Quello che dovremmo fare guardando all’Italia è togliere tutto il parco circolante vecchio che non solo inquina ma soprattutto non è sicuro”.

Giuseppe Bitti Ad di Kia Italia: “Un motore diesel moderno emette meno Co2 rispetto a un benzina di pari cilindrata e prestazioni. E per quanto riguarda gli altri parametri è allo stesso livello. Quindi è un po’ una mistificazione e demonizzazione di un motore che dal punto di vista termodinamico è molto più efficiente del benzina”. Convergenza totale sul fatto che per rendere davvero competitiva la mobilità verde occorrono infrastrutture, cioè punti di ricarica, e politiche chiare con orizzonti di medio-lungo periodo.

Riparazioni più economiche – In febbraio si è registrata una lieve tendenza alla diminuzione dei prezzi delle autoriparazioni. Il dato emerge dal Barometro sul sentiment del settore dell’assistenza auto elaborato dall’Osservatorio Autopromotec sulla base di un’inchiesta condotta su un campione rappresentativo di officine. Il 14% degli interpellati dichiara infatti di attendersi una diminuzione dei prezzi nei prossimi 3/4 mesi, mentre soltanto il 5% ritiene che vi possano essere aumenti. La tendenza alla diminuzione dei prezzi è comunque molto lieve dato che l’81% degli interpellati ritiene che i prezzi si manterranno stabili. Anche per il volume di attività delle officine, la stragrande maggioranza (73%) degli operatori interpellati ritiene che l’attività si manterrà sostanzialmente stabile, mentre tra gli altri prevalgono lievemente le indicazioni di aumento (15%) rispetto a quelle di diminuzione (12%).

Dalla rilevazione emergono, oltre che le tendenze, anche la situazione in febbraio. Per l’attività di autoriparazione, il 25% degli interpellati lamenta un basso volume di affari, mentre il 12% è di parere opposto e la maggioranza (63%) valuta l’attività normale. Sempre con riferimento alla situazione di febbraio, per i prezzi la maggioranza degli interpellati (82%) indica una situazione di normalità, mentre solo il 3% giudica il livello elevato e il 15% lo ritiene invece basso.

Al Sud l’auto costa di più – Riprendiamo da Sicurauto.it i risultati di una recente indagine sui costi dell’auto in Italia dalla quale risultano le differenze anche notevoli da regione a regione. In media, oltre il 53% della spesa media annuale per mantenere una Fiat Panda (l’auto più venduta in Italia) in alcune regioni è dovuta al carburante, seguita da quella per l’assicurazione (24,8%) e da bollo e revisione (11,3%). Più in dettaglio, l’indagine ha rilevato che la Campania à in testa alle regioni dove possedere un’auto ha costi più alti. In Campania infatti il costo medio è di 2.156 euro, di cui il 44% è destinato all’assicurazione auto (941 euro), il 38,4% al carburante (828 euro) e il restante 9% (194 euro) viene impiegato per pagare il bollo auto e la revisione. Il Friuli Venezia Giulia è invece la regione con il costo annuo più basso: 1.117 euro. Le altre regioni a seguire dove il costo dell’auto è più basso sono la Valle D’Aosta (1.260 euro) e l’Emilia Romagna (1.314 euro).

La spesa per il carburante, ovviamente, dipende da quanti chilometri si percorrono. La classifica vede in testa il Molise dove si percorrono circa 15 mila km l’anno che si traducono in 1174 euro in media per i costi di carburante (il 62,6% sul costo annuo complessivo). Le regioni dove la spesa per il carburante supera i mille euro l’anno sono poi l’Umbria con 1162 euro e 15.000 km annui percorsi e il Veneto con 1061 euro annui spesi in benzina per percorrere oltre 13.900 chilometri. Tra le regioni più economiche troviamo Sicilia, Lazio, Marche, Liguria, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia che registrano costi di carburante inferiori a 700 euro l’anno.  Il report fa notare come in Liguria, con il costo della benzina superiore a 1,6 euro, è stata la rinuncia all’auto (in media solo 7800 km annui) ad abbassare la componente di costo per il carburante.

Sempre secondo l’indagine, la spesa annua per l’assicurazione incide sui costi di mantenimento per il 24,8%, ovvero in media 375 euro l’anno per una Panda.  La Campania è ancora la regione più cara con 940 euro l’anno, mentre il Friuli Venezia Giulia che è nella migliore posizione anche per la spesa più basse dell’RCA: 188 euro. Nella classifica figurano la Basilicata (244 euro), l’Emilia Romagna (279 euro), l’Abruzzo (290 euro) e la Sardegna (293 euro).

Volano leasing e NLT – Il 2017 ha segnato un importante progresso del settore Leasing Auto (Autovetture, Veicoli commerciali e Veicoli industriali), caratterizzato da un +13,2% di volumi sul 2016, con quasi 470.000 contratti. Particolarmente forte l’affermazione delle operazioni relative alle Autovetture in Leasing (+25,7%) e in Noleggio a lungo termine (NLT, +12,9%). Le cifre sono tratte da Data Manager Online e testimoniano che negli ultimi anni, in particolare la formula del NLT per le auto, è cresciuta notevolmente presso le aziende e i liberi professionisti e ora sta prendendo piede anche tra i privati. Il successo commerciale si deve al solo canone mensile “tutto compreso”, senza altre spese impreviste e senza costi nascosti, inclusivo di diversi servizi accessori che possono essere modulati sulle esigenze del cliente: dall’assicurazione al bollo, dalla manutenzione ordinaria e straordinaria al cambio gomme, dal veicolo sostitutivo al soccorso stradale, dalla fuel card all’assistenza stradale 24h.

Roma, un piano tappabuche – Avviare subito lavori per circa 17 milioni di euro per garantire la copertura di 50.000 buche in un mese, con una media di oltre 1.500 buche al giorno in tutta Roma. Lo prevede la prima fase del piano straordinario per le strade di Roma messa a punto dal Campidoglio per affrontare l’emergenza accentuata dal ghiaccio e dalla pioggia.

In sinergia con tutti i Municipi verrà data precedenza al pronto intervento sulle buche formatesi negli ultimi giorni. Per tale finalità il Campidoglio garantirà ulteriori risorse per intervenire sulle strade della Capitale: si prevede uno stanziamento complessivo di oltre 4,5 milioni di euro, per assicurare nelle prossime settimane l’operatività di squadre aggiuntive rispetto a quelle già a disposizione anche delle singole strutture territoriali. Verrà inoltre noleggiata una macchina “tappabuche” in grado di assicurare 150 interventi al giorno, con una miscela di ultima generazione.
Per quanto riguarda la grande viabilità, di competenza del dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (Simu) di Roma Capitale, sono sempre operative le 12 ditte di pronto intervento, ciascuna dotata di almeno tre squadre. Saranno eseguiti lavori di manutenzione ordinaria nell’ambito dell’operazione “Strade Nuove”, per il rifacimento di lunghi tratti di strade, per una somma di 9 milioni di euro: via Tuscolana, via Appia Nuova, via Casal del Marmo, corso Francia e via Flaminia Nuova, via del Castro Pretorio, via Galbani, via Colli Portuensi, viale Ionio e via Ugo Ojetti, via Cassia Nuova e via di Valle Aurelia. Due interventi di manutenzione straordinaria, per un totale di 2 milioni di euro, riguarderanno Via Ostiense e via Nomentana. Oltre 1 milione di euro sono le risorse per la realizzazione di altri interventi già attivi. A questi cantieri  se ne aggiungeranno altri su Via Boccea, via Collatina, via Tor Bella Monaca, Tangenziale est.

Camion: mese d’oro, riserve future – Febbraio 2018 segna un incremento delle immatricolazioni di veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t pari al 21,6% sul febbraio 2017 (con 1.980 unità immatricolate contro 1.628). La stima arriva dal Centro Studi e Statistiche di Unrae che sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha elaborato le stime relative all’andamento del mercato.

Il consolidato dei primi due mesi del 2018 denuncia un incremento del mercato, rispetto allo stesso periodo del 2017, pari a 22,4% (4.380 veicoli immatricolati contro 3.578). Nel solo comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore a 16t, si è registrato in febbraio un incremento ancora maggiore, pari al 28% sul febbraio del 2017 (con 1.650 unità immatricolate contro 1.289).

Per questo comparto, il consolidato dei primi due mesi del 2018 fa registrare un incremento del 29,1% sullo stesso periodo del 2017 (3.735 unità contro 2.893). “Il mercato sembra avere un andamento ancora positivo, che probabilmente sconta ordini
raccolti nello scorso anno – ha commentato Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae. In questo primo scorcio di anno il settore si avvale ancora dei finanziamenti agli investimenti stanziati nel 2017, ma comunque comincia a presentare segni di rallentamento. Questo, nonostante i buoni risultati, fa scaturire qualche preoccupazione per la seconda parte dell’anno. Ci auguriamo che le disposizioni per il riparto delle risorse destinate all’autotrasporto non consentano di diminuire la quota destinata lo scorso anno agli investimenti e che la suddivisione tra le tipologie di veicoli destinatari del finanziamento rimanga inalterata. Sottolineiamo che la mancata o ridotta concessione degli incentivi agli investimenti comporterebbe un grave rallentamento nel ricambio del parco circolante che è tra i più vecchi d’Europa”.

Confetra conferma ripresa trasporti – La Nota Congiunturale Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) per il 2017 mostra incrementi generalizzati sia in termini di traffico che di fatturato rispetto all’anno precedente che già aveva fatto registrare dati positivi.

Gli unici dati negativi riguardano il traffico transhipment a causa delle performance negative dei due porti di Gioia Tauro (-12,4%) e Cagliari (-38,7%), nonché il traffico delle rinfuse solide (-4,7%) a causa dei dati negativi del Porto di Taranto per la crisi dell’Ilva.

Significativa la ripresa del traffico nazionale (+6,1% dei vettori stradali a carico completo e +3,5% del trasporto a collettame) che denotano una ripresa della domanda nazionale. Coerentemente con il dato dei transiti nei valichi stradali (+7,4%) si registra l’espansione dei traffici stradali internazionali (+6,5% in quantità e +6,0% in fatturato).

Continua la crescita dei courier (+6,9% in quantità e +6,0% in fatturato), certamente trainata dalle costanti performance dell’eCommerce che nel 2017 ha visto crescere del 10% i web shopper italiani e del 17% gli acquisti da siti italiani.

Buono l’incremento del cargo aereo (+10% in peso, +5,0% in numero di spedizioni e +6,0% in fatturato) che aggiorna i suoi massimi storici superando il milione di tonnellate trasportate.

Degna di nota la consistente crescita delle spedizioni internazionali dove, oltre al già citato traffico aereo, crescono anche la strada (+4,2% in quantità e +5% in fatturato) ed il traffico marittimo (+4,4% in quantità e +5,5% in fatturato) mostrando un’accelerazione rispetto alla prima parte dell’anno affiancata ad una costante crescita dei margini.

“Nel complesso – dichiara il Presidente di Confetra Nereo Marcucci – i dati del settore confermano che il nostro Paese ha agganciato saldamente la ripresa economica, con una fase di accelerazione che è iniziata nel secondo semestre dell’anno”.

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