Da Welby a Mario, lotta per diritto a morire. Dal 2006 i cas

Da Welby a Mario, lotta per diritto a morire. Dal 2006 i cas

Da Welby a Mario, lotta per diritto a morire. Dal 2006 i casi piu’ noti che hanno scosso le coscienze
(ANSA) – ROMA, 23 NOV – Da Piergiorgio Welby a dj Fabo, fino Mario: un filo rosso lega attraverso gli anni queste persone diventate il simbolo della battaglia per interrompere legalmente e con l’assistenza medica le sofferenze legate alla malattia che gli ha reso la vita impossibile. Una volontà di porre fine con dignità alla propria vita devastata che oggi si concretizza con il via libera del comitato etico dell’Asl delle Marche (Asur), il primo in Italia, che consente a Mario, un tetraplegico immobilizzato a letto da dieci anni, di accedere legalmente al suicidio assistito. Il primo a porre il tema dell’autodeterminazione del malato e della scelta sul fine-vita fu PIERGIORGIO WELBY, attivista e co-presidente dell’Associazione Coscioni. Colpito da anni dalla distrofia muscolare inviò al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una lettera in cui chiedeva l’eutanasia. Il 16dicembre 2006 il tribunale di Roma respinse la richiesta dei legali di Welby di porre fine all'”accanimento terapeutico”, dichiarandola “inammissibile” a causa del vuoto legislativo su questa materia. Pochi giorni dopo, Welby chiese al medico Mario Riccio di porre fine al suo calvario. Riccio staccò dunque il respiratore a Welby sotto sedazione, venendo poi assolto dall’accusa di omicidio del consenziente. Nel 2007 fu poi il caso di GIOVANNI NUVOLI, malato di Sla di Alghero, che chiedeva anch’egli il distacco del respiratore: questa volta, pero’, il tribunale di Sassari respinse la richiesta ed i carabinieri bloccarono il medico che voleva aiutarlo. Nuvoli iniziò allora uno sciopero della fame e della sete lasciandosi morire. Ma è nel 2009 con il caso di ELUANA ENGLARO, la giovane di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni, che il Paese si è diviso tra i favorevoli alla volontà del padre Beppino di far rispettare il desiderio della figlia quando era ancora in vita di porre fine alla s

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