TEATRO/ “Il giardino ritrovato” a Palazzo Venezia/ Silvia Gribaudi e Claudia Marsicano oltre gli stereotipi

 

di FEDERICO BETTA

Nel giardino di Palazzo Venezia, tra le mura di quello che è stato la sede del governo fascista, è in corso Il giardino ritrovato, una rassegna di arte, teatro, musica e conversazioni che terrà compagnia a chi trascorre l’estate a Roma.

La programmazione, iniziata a giugno con Giovanni Sollima e i Solisti Aquilani, ha proposto, il 29 luglio, lo spettacolo R.osa_10 Esercizi per nuovi virtuosismi dell’autrice, coreografa e regista Silvia Gribaudi, che ha visto in scena Claudia Marsicano. L’attrice (foto) si presenta sul palco spoglio, sola, in tutta la sua presenza scenica e l’impatto è immediato, la sua corporeità non è infatti certo corrispondente agli stereotipi di bellezza a cui siamo abituati. Provvista di un solo costume da bagno intero, l’attrice comunica direttamente al pubblico, parlando un perfetto inglese e da subito inganna tutti sulla sua provenienza. Si esibisce poi in una serie di esercizi di danza che interpretati dal suo corpo stupiscono e incuriosiscono e, in pochi istanti, la platea esplode in un ballo collettivo tanto trascinante quanto divertente.

Il lavoro della Gribaudi è dissacrante e ironico. Allacciandosi alla cultura del corpo definita negli anni ’80, con la bellezza di Jane Fonda che ci sprona a tenerci in forma per una vita di successo, la sua performance ci spinge in un percorso che sposta il nostro sguardo lungo i dieci esercizi proposti dalla Marsicano. Ne risulta un vero e proprio training che oltre che fisico è anche culturale: cosa ci aspettiamo da uno spettacolo teatrale? E cosa ci aspettiamo dagli altri quando ci dobbiamo confrontare con i nostri pregiudizi?

La bravissima attrice, premio Ubu under 35 nel 2017, ci porta in un mondo di energia pop e leggerezza classica, tra pezzi di autentico virtuosismo mimico e ribellione alle leggi della gravità fisica. E nonostante tutta la sua possenza ci fa ricredere sulle nostre possibilità, quasi mettendo in scena quello che Gilles Deleuze si chiedeva nel suo importante testo su Spinoza “Cosa può un corpo?”.

Lo spettacolo è un successo di simpatia, grazia e sensualità, oltre gli stereotipi, oltre ogni nostra idea preconcetta. Dispiace solo che, avendo a disposizione un’interprete così potente, la drammaturgia si sia fermata a un elenco di saggi di bravura, senza forse veramente indagarne le reali potenzialità espressive.

Il giardino ritrovato continuerà con, tra gli altri, Doll is mine di Katia Ippaso, Sylphidarium di CollettivO CineticO e terminerà il 9 settembre con lo spettacolo Fratto_X di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, vincitori quest’anno del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

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