SARRI E LA SIGNORA/ Juventus: ufficiale il nome del nuovo tecnico. Ecco il retroscena sulla terza scelta bianconera dopo i sogni Zidane e Guardiola. Valzer delle panchine: da Giampaolo a Di Francesco, domino game over

di FABIO CAMILLACCI/ Il pezzo più importante del domino delle panchine italiane va al suo posto. Infatti, da oggi è ufficiale: Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus. Il tecnico toscano-napoletano lascia il Chelsea e firma con i bianconeri un contratto triennale fino al 30 giugno 2020. Stavolta, la Vecchia Signora non ha agito proprio in maniera impeccabile, anzi: ha rischiato di restare con il cerino in mano. I bianconeri, dopo aver deciso di cacciare Massimiliano Allegri, hanno sognato prima Zinedine Zidane, poi Pep Guardiola. Sarri è dunque la terza scelta. Questo il retroscena: a inizio anno, Andrea Agnelli in persona contattò Zizou, scelto come grande successore di Max. La crisi del Real Madrid e la scelta di Zidane di tornare alla corte di Florentino Perez, mandarono però a monte i piani di Madama che prontamente virò su Guardiola, a sua volta legato per altri due anni al Manchester City. Come rivelarono autorevoli fonti torinesi ad Altroquotidiano, Pep era più di una suggestione, una pista concreta per quanto difficile da percorrere. Ad un certo punto sembrava fatta, poi è saltato tutto. E così la Vecchia Signora è stata costretta a virare su Sarri.

La straordinaria scalata di Maurizio Sarri: dai dilettanti alla Juventus. Quasi trent’anni fa cominciò come allenatore dello Stia (Seconda categoria toscana), adesso si ritrova a lottare per vincere tutto: dal campionato alla Champions League. Figlio di un operaio dell’Italsider di Bagnoli, ex ciclista dilettante, Sarri è stato abituato a guadagnarsi tutto. Ha lavorato anche in banca, poi scelse la carriera di tecnico e un po’ di tempo fa disse: “Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l’ex impiegato. Come fosse una colpa aver fatto altro”.

Fumatore accanito, sigaretta sempre in bocca (mozzicone spento quando è in campo perchè è vietato fumare) e l’immancabile tuta addosso. Ora che allena la Vecchia Signora andrà in panchina in giacca e cravatta? Staremo a vedere. Sarri nel 2006 prese il patentino di allenatore a Coverciano con una tesi dal titolo “La preparazione settimanale della partita”. Di promozione in promozione, raggiunse il professionismo nel 2003 con la Sangiovannese. Poi la B con Pescara, Arezzo e Avellino, fino alla promozione in A con l’Empoli nel 2014. Tanti i riconoscimenti di prestigio: “panchina d’argento” e “panchina d’oro”. Il “sarrismo” è diventato il suo marchio di fabbrica conquistando Napoli e i napoletani. Col “Ciuccio” ha sfiorato due scudetti prima di andare al Chelsea. Nella Londra “Blues” tutti pazzi per il “Sarri-ball”. A maggio si è anche tolto la brutta etichetta di “perdente di successo” alzando l’Europa League con i londinesi, i quali, dopo l’iniziale luna di miele non lo hanno mai realmente amato.

Valzer delle panchine. Domino allenatori completato in queste ultime ore dalle seguenti operazioni. Il Milan ha scelto Giampaolo per il dopo Gattuso. La Sampdoria è pronta a sostituire il tecnico italiano nato a Bellinzona con l’ex romanista Eusebio Di Francesco che a sua volta sta trattando la buonuscita con la Roma visto che sulla carta ha ancora un anno di contratto con i giallorossi a 3 milioni di euro (cifra di gran lunga più alta di quella che gli offre il vulcanico patron doriano Ferrero). Vincenzo Montella a sorpresa rimane alla Fiorentina per volere del neo proprietario viola Commisso. Mentre, il Genoa riparte da Andreazzoli ex Empoli. Infine per quanto riguarda le panchine delle neopromosse, cambia solo il Verona: Juric al posto di Aglietti. Il Lecce conferma Liverani, così come il Brescia si tiene stretto Corini. Game over.

 

 

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